Michele Soddu, 22 anni, Lorenzo Figus, 17 anni, Michele Coinu, 21 anni, Marco Innocenti, 18 anni. I loro volti sorridenti, le espressioni serene e la gioia di assaporare appieno una gioventù appena sbocciata trasparivano dalle decine di foto e video postati per giorni sui social da amici e parenti.

La loro vicenda ha commosso l’intera Sardegna e non solo, dopo che nella notte fra il 30 e il 31 ottobre sono volati a bordo di un’auto in una scarpata alle porte di Fonni, perdendo la vita.

SGOMENTO E DOLORE

Una tragedia che ha lacerato il cuore di un’intera comunità, arroccata alle pendici del Gennargentu e temprata dal gelo degli inverni di montagna e da una storia fatta di operosità e dedizione al lavoro che hanno reso Fonni uno dei centri più rappresentativi dell’Isola.

Pochi giorni più tardi, il 2 novembre, il paese ancora raccolto nel lutto per la morte dei quattro giovani ha assorbito una nuova dolorosa notizia: la morte di un altro figlio, il 47enne Mauro Falconi, uscito di strada in sella alla sua moto non distante dal San Teodoro, dove viveva.

UN NATALE DIVERSO

Oggi, vigilia di Natale, abbiamo raccolto le emozioni contrastanti della sindaca del paese, Daniela Falconi.

Come si vive il Natale in un paese ancora stravolto da un dramma come quello che vi ha colpito così di recente?

«Si vive con tristezza, perché è successo davvero pochissimo tempo fa. Siamo ancora scossi e lo resteremo per tanto tempo. Eppure, la cosa bella è che in questi mesi è venuto fuori davvero lo spirito di comunità, sia nei confronti delle famiglie che nei confronti del paese stesso».

Come si è manifestato questo spirito?

«È nato un centro giovanile, tutte le associazioni hanno organizzato qualcosa per preservare l’atmosfera del Natale per i bambini, per le famiglie. Un Natale che non fosse all’insegna della tristezza. Ci si sta riprendendo e lo si sta facendo insieme, che è la cosa migliore».

Ci racconta del centro giovanile?

«Il parroco don Luciano Monni, di Orgosolo, ha fatto un lavoro incredibile, soprattutto con i ragazzi. Li ha chiamati a rapporto, gli ha fatto sistemare l’oratorio, ci hanno lavorato ribattezzandolo con le iniziali dei ragazzi scomparsi, "Mi.Lo.Ma.Mi”. Ogni sera i giovani si ritrovano lì, in una sala attrezzata con giochi, biliardino, ping pong. L'altro giorno sono stati proposti balli sardi per tutti. Durante le feste sono previste proiezioni di film per i ragazzi. Questo è stato il raggio di sole che ci ha illuminato».

Lei è madre. Quanto è pesante oggi il cuore delle mamme di Fonni, seppur in un percorso di rinascita?

«Credo che ogni mamma sappia cosa possa significare una tragedia simile e, da mamma, non la voglio nemmeno immaginare. Le madri di Fonni, insieme alle famiglie, stanno aiutando e stanno vicine soprattutto a chi ha ragazzi adolescenti. Sono momenti di dolore che si possono superare solo tutti insieme».

L’appuntamento di Autunno in Barbagia è uno di quei momenti che la vostra comunità aspetta per un anno intero, stavolta è stato rinviato per evidenti ragioni.

«Il paese ha deciso che Cortes Apertas o è un evento di tutta la comunità, o non ha senso proporlo. Per il momento l'abbiamo rinviato a gennaio. Vediamo se riusciremo a organizzare qualcosa, altrimenti ci vedremo per la prossima edizione».

È bello vedere come un paese come il vostro riesca sempre a trovare le risorse per andare avanti e rigenerarsi.

«Il paese viene fuori nelle gioie e nei dolori più grandi. La nostra è una comunità che queste emozioni le sa vivere forte».

Se dovesse fare un augurio di Natale alla sua comunità, quale sarebbe?

«Che ritrovino tutta la felicità e la serenità che meritano».

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