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Low section of unrecognizable senior couple collecting fallen quinces in a wooden basket and a crate at their abundant orchard.
Uno dei principali frutti caratteristici dell’autunno, bella da vedere e buona da mangiare, oltre al fatto che fa benissimo alla salute, è la mela cotogna, molto apprezzata nel mondo antico e che continua a riscuotere successo ancora oggi.
Il suo curioso albero, il cotogno, è originario dell’Asia occidentale e centrale, ma viene coltivato ormai da secoli anche nell’area mediterranea, in quanto attecchisce in terreni freschi e ricchi di humus, in pianura e sui monti, con climi caldi o freddi.
Si può innalzare di alcuni metri, e le foglie, ovali e di colore verde lucido, cadono in autunno e rispuntano in primavera assieme ai fiori; per la sua bellezza e singolarità viene utilizzato ancora oggi per abbellire i giardini. I frutti maturano in autunno, sono di colore giallognolo e ricoperti di peluria, hanno un sapore asprigno e si possono conservare per gran parte dell’inverno.
Nell’antica Grecia, la mela cotogna veniva offerta agli dei nei riti religiosi, mentre se veniva donata da un uomo a una donna, costituiva pegno d’amore e per le spose era tradizione mangiare una prima di entrare nella camera nuziale, in quanto simbolo di fertilità.
I medici greci e romani ne conoscevano le preziose proprietà nutrizionali: grazie a un significativo apporto di amidi, enzimi, tannini e mucillagini, la mela cotogna è l’ideale chi soffre di acidità di stomaco, di dolori reumatici, di infiammazioni alle vie urinarie e di diarrea, sia per gli esseri umani che per i nostri amici animali.
La polpa si cuoce a fuoco basso, con un po’ di zucchero o anche senza, se preferite, ed acqua a piacere; dopo aver filtrato il brodo se ne può bere una tazza dopo pranzo o dopo cena.
La ricetta della confettura
La confettura è ottima, molto durevole nel tempo, e si ottiene con mele cotogne, succo di limone e zucchero: private le mele dal torsolo, lavatele e tagliatele a pezzi grossi senza sbucciarle, quindi pesate e mettete a cuocere in una casseruola antiaderente, mescolando continuamente.
Una volta cotte, frullate il composto e rimettete la pentola sul fornello, aggiungendo lo zucchero, da 250 a 500 grammi per ogni chilo di mele, e continuate a cuocere fino a quando il composto non si addensa bene.
Prima di spegnere il fornello, aggiungete la buccia grattugiata di limone e riempite i barattoli di vetro, che chiuderete e lascerete raffreddare sotto una coperta.
Tra la biancheria
Una chicca dolcissima quanto nostalgica riguarda le nostre nonne e bisnonne, che erano solite mettere le mele cotogne, dal profumo forte e gradevole, nei cassetti della biancheria per profumarla, quindi è facile che l’odore di questo frutto vi riporti indietro nel tempo, tra i ricordi del passato e una tenera malinconia.