Grande attesa, a Triei, per la rievocazione, questo pomeriggio, di un rito secolare che rappresenta un simbolo identitario di una comunità che ha sempre ritrovato in se stessa e nei suoi abitanti, forza, unione e valori esistenziali.

Parliamo, in particolare, della tradizione de “Is animasa”, le anime, quelle di chi non c’è più. Dei nostri padri, delle nostre madri, dei nostri familiari che ci hanno lasciato, ma che sono indelebilmente presenti nelle nostre vite.

I protagonisti principali di questa tradizione sono i bambini, che il primo novembre, dopo pranzo, lungo le strade del paese, vanno, con passo allegro e spensierato, di casa in casa e chiedono, a ricordo dei defunti, qualcosa in loro onore.

“A is animasa”

“A is animasa”, per le anime, è la frase che i piccoli gridano felici davanti alle abitazioni. E se già fuori non c’è chi aspetta il loro arrivo, nel dubbio, la ripetono fino a quando non sono sicuri che qualcuno abbia sentito la loro voce.

Può anche capitare che si veda uscire subito il proprietario della casa che, con viso e voce tristi, possa dire “a perdonae”, chiedendo scusa per non poter dare nulla. In particolare, ciò accade quando, ad esempio, si tratta di una famiglia colpita da un recente lutto.

I bambini, dunque, entusiasti fanno il giro del paese. Ciascuno, oggi, con il più moderno zainetto, rispetto alle sacchette e buste improvvisate del passato. Dove ripongono caramelle, dolci, torrone e ogni ben di Dio.

“Né manca mai la papassina”, ci racconta la sindaca di Triei, Anna Assunta Chironi. “Molte famiglie si dedicano per l’occasione alla preparazione de sa papassina, il nostro dolce tipico, con le mandorle e il vino cotto”.

La sindaca Chironi racconta l'importanza di un rito che unisce la comunità e coinvolge anche i piccoli dei paesi vicini

“Noi ci teniamo tantissimo a questa tradizione – spiega la prima cittadina -. Oggi è più viva che mai e coinvolge, a differenza del passato, anche i ragazzi dopo le scuole primarie. È bellissimo, inoltre, vedere anche i bambini dei paesi vicini che, invitati dagli amichetti, raggiungono Triei per questa tradizione”.

“Subito dopo pranzo i nostri piccoli animano il paese – racconta ancora Anna Assunta Chironi – e si rinnova un profondo senso di comunità -. Mi ricordo quando ero io piccolina, abitavo in periferia e correvo felice e desiderosa di raggiungere il centro del paese. Lo stesso entusiasmo di allora lo ritrovo tutt’oggi nei bambini e nelle persone più grandi”.

“Nel 2024 - sottolinea la sindaca di Triei - questa ricorrenza è ancora così tanto radicata: un segno importante di una comunità coesa che ci tiene alla sua identità”.

Le foto di Annarella Mereu e la poesia di Pietro Chironi ci mostrano la bellezza e la profondità di questa tradizione secolare.

A is animasa in Triei

Es tradizione de s’antighidade,

sa festa ‘e su primu ‘e Sant’Andria,

Sos pizzinnos a trumas in sa ‘ia,

pro sos mortos pedinde sa caridade.

In donzi domo atini allegria,

e rezin’ donos de onzi calidade.

Cun sa bertuledda e-i s’isporta

a si animas naranan’ in donzi porta.