Dunque, il presidente Giorgio Napolitano accetta l’invito di Berlusconi, Bersani e Monti, a proseguire il suo mandato presidenziale e presenta la sua candidatura per il suo secondo settennato. Sconfitti, senza scampo, tutti i partiti, incapaci non solo di formare il nuovo governo, ma anche di eleggere il Presidente della Repubblica. Hanno chiesto aiuto a un padre vicino ai novanta anni, che non ha avuto il coraggio di insistere, vista la sterilità dei suoi interlocutori,  sul suo reiterato diniego rispetto a tutte le proposte di proroga fatte fino a ieri.

Onore, pertanto, al presidente della Repubblica. Siluri, invece, e inviti a preparare le valigie per una classe politica semplicemente inetta. Stavolta, non sono riusciti a salvare la faccia nonostante abbiano fatto ricorso alle antiche tattiche, pre-tattiche e stratagemmi vari.  Sembra davvero sia finita un’epoca, che sia giunto l’inevitabile de profundis. L’auspicio, ora, è che subentri immediatamente, con la conferma di Napolitano, l’inversione di marcia per salvare il Paese. Una testa è già caduta, quella di Bersani, così come annunciato dallo stesso segretario del Pd subito dopo il flop della candidatura di Prodi. Ne seguiranno altre, ma non sarà facile e non tutti i poco nobili protagonisti di sconfitte politiche in serie lo faranno spontaneamente. C’è già chi si chiama vergognosamente fuori. Speriamo, però, ci pensino gli italiani, se sarà il caso non solo gli elettori, a preparare loro l’ordine di sfratto.       

Dante Tangianu