I fatti della sera del 3 giugno a Torino rischiano di non rimanere isolati. La psicosi collettiva e un clima di terrore ingiustificato dilagano e rischiano di trasformare ogni evento pubblico, ogni viaggio collettivo in un incubo se è sufficiente una parola sussurata, un gesto repentino, una borsa dimenticata per gridare all'attentato.