Due giovani fratelli di Sarule, Alessio e Antonello Vilia, maestri del ferro battuto, calcano le terre di Vittorio Veneto per celebrare e tenere fermi la memoria e l'esempio dei loro coetanei sardi (tra cui tanti dello stesso paese di Sarule, medaglia al valore) che cent'anni fa forse non avevano un'idea precisa delle motivazioni della guerra, ma che sicuramente sapevano cosa fosse la libertà individuale e della propria gente, dando prova, finanche all'estremo sacrificio, di solidarietà, coraggio e fierezza delle proprie origini.