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Si esce da casa non si sa se si ritornerà vivi o morti. È questa la tragica sintesi della dinamica sinistra della vita messa in evidenza dagli incidenti stradali che in un attimo pongono fine all'esistenza dell'individuo.
Ed è proprio quell'attimo che ieri pomeriggio ha ucciso una giovane donna che oggi i quotidiani riportano in una foto che è espressione di bellezza e di gioia di vivere.
È morta così Gianfranca Deiana, studentessa di 24 anni, residente a Dorgali. Su un tratto di strada che la stava portando a casa del fidanzato, a Illorai, dove l'aspettava l'uomo dei suoi sogni, del suo futuro. Era quasi arrivata dal suo amato quando la sua vita, ancora tutta da scoprire nel suo fascino, si scontra con ciò che di essa è il contrario, la morte, improvvisa, gelida, insaziabile.
Morte che si serve dello scontro tra due auto per imporre la sua lugubre legge, lasciando sull’asfalto, diventato anch'esso gelido, un corpo indifeso strappato alla sua anima e agli affetti dei suoi cari e a quell'abbraccio dell'uomo che a pochi minuti dalla tragedia aspettava la sua amata che oggi non c'è più.
Troppe morti, però, sulle strade. Davanti alla morte che pure è ineluttabile, non ci si può affidare al caso, alla fatalità, a su destinu, che possiamo anche mettere nel conto quando di fronte ad essa non bastano l'attenzione, la prudenza e tutto quanto è nelle possibilità dell'uomo che vuole evitare di esserne vittima.
I dati statistici sulle morti fanno paura. Che però non è mai abbastanza, in considerazione delle cause più frequenti che si sono rivelate essere alla base di tanti incidenti. Ci riferiamo, ad esempio, all'uso di alcool, stupefacenti, ai colpi di sonno, alle condizioni di salute non sempre idonee per la guida, alla velocità e altro ancora.
E allora, è proprio con queste semplici quanto essenziali considerazioni che ognuno di noi dovrebbe dire a se stesso che, sì, la morte è inevitabile, ma non facilitiamole la strada, soprattutto ben sapendo che gli errori, anche quelli apparentemente più banali, troppo spesso sono irrimediabili.
Tutto ciò, in sintesi l'imprudenza, e anche questo dovrebbe ulteriormente far riflettere, è nettamente in contrasto con la cultura della vita che quotidianamente cerchiamo con cura e coltiviamo in una costante ricerca, anch'essa quotidiana, di tutte quelle fonti di benessere che danno un senso positivo alla nostra esistenza.