La probabilità di disturbi mentali è particolarmente alta fra i ragazzi più grandi, che più dei bambini, spiegano gli psichiatri, hanno risentito delle restrizioni che non hanno consentito di vivere in serenità e assieme ai coetanei momenti fondamentali della crescita, dalle prime relazioni all'esame di maturità.

Tutto questo è confermato anche da un secondo studio, su 1500 bambini e adolescenti, pubblicato sul Journal of the American Academy of Child and Adolescent Psychiatry.

Una situazione che potrà purtroppo avere conseguenze negative sul lungo periodo: è stato infatti dimostrato che soffrire di depressione durante l'infanzia e l'adolescenza si associa da adulti a una salute peggiore, mentale e non solo, e a maggiori difficoltà nelle relazioni e nella vita in generale.

Questo è vero soprattutto per chi ha sofferto in maniera persistente di sintomi depressivi: essere costantemente sottotono, specialmente durante l'adolescenza, avvertono gli esperti, ha ripercussioni più negative di un singolo episodio depressivo anche molto precoce, se questo viene poi risolto. È perciò necessario, è il monito degli specialisti a congresso, "intercettare il disagio mentale nei ragazzi e intervenire, utilizzando gli strumenti più adeguati al singolo caso e tenendo conto delle peculiarità connesse alla giovane età".

Proprio per rispondere ai bisogni dei giovani pazienti e dare indicazioni sulla gestione dei trattamenti, all'interno della Società italiana di NeuroPsicoFarmacologia (Sinpf) è di recente nato il Gruppo di Ricerca in NeuroPsicoFarmacologia dell'Infanzia e Adolescenza.