E' passato un anno da quando Piero Sanna regalò per l'ultima volta il suo sguardo a un mondo che ne aveva amato soprattutto la voce. Storico componente del Tenore Remunnu 'e Locu di Bitti, aveva condiviso con la formazione successi e traguardi importantissimi che hanno costellato quarant'anni di attività. I concerti in giro per il mondo a stretto contatto con star di fama internazionale come Peter Gabriel, il riconoscimento del canto a tenore come patrimonio dell'umanità da parte dell'UNESCO, il titolo di Cavalieri della Repubblica concesso ai Remunnu 'e Locu da Napolitano.

Oggi, un anno dopo la sua scomparsa, nella pagina Facebook del gruppo di canto riappare il messaggio, scritto da Michele Pio Ledda, con cui i compagni e colleghi avevano salutato Pizero pochi giorni dopo il funerale.

"C’era la gente sua, la sua e la nostra, c’erano i suoi amici, i suoi fratelli di sempre, i nostri. C’erano a Bitti, sotto una pioggia leggerissima ed impalpabile tutti quelli che hanno amato e stretto al cuore la voce di Piero Sanna. Una voce che nasceva dal cuore e attraversare come onde radio tutti gli spazi di questa nostra terra.
Abbiamo seguito il corteo come incantati da quell'improvviso e inaspettato silenzio che pure si accordava bene al nostro, in quel tenore di dolore che scorreva sulle strade di Bitti verso un nuovo palco che non chiameremo mai l’ultimo perché anche quando il respiro si ferma la voce continua ad andare.
Un tenore lungo decenni sopra palcoscenici e palchi dai nomi più semplici a quelli dall’altra parte del mondo dove quattro piccoli giganti andavano ad erigere ogni volta un nuraghe di suoni che nessuno riusciva a scalfire, che tutti ammiravano erigersi dal nulla e diventare più solido della pietra.
Ecco sa oche, sa mesu oche tornare come un vento che racconta tutti i posti che ha visitato, il vento che porta lontano il nostro respiro, il vento che sa scolpire la pietra e il legno, il vento che alleggerisce il nostro passare su questa terra. Ecco i soldati di Amsicora e di Eleonora, lo spirito di Giovanni Maria Angioy e di Lussu, ecco la voce di mille generazioni di pastori e contadini senza nome continuare a contendere al silenzio il predominio sulla memoria.
C’eravamo, quella mattina a Bitti, perché anche quando tutte le luci si spengono ed il buio sembra vincere basta una voce ad indicarci la direzione, basta un suono per farci ritrovare la strada.
Grazie Piero, per l’onore di avere condiviso con noi, il dono della tua anima, per aver portato la nostra storia dove mai sarebbe arrivata, grazie per aver parlato a nostro nome, per averci difeso con la tua arte, per aver fatto diventare la Sardegna parte del mondo.
chi ti sia lepia sa terra comente una oche de mama
chi a sa pace chena fine como ti crama
che ti sia leggera la terra come una voce di madre
che ora ti porta nella pace eterna
"