Washington, 26 giu. (Adnkronos) - Suleman Dawood, il ragazzo di 19 anni morto assieme al padre nella tragedia del Titan, avrebbe voluto risolvere il cubo di Rubik a 3.700 metri di profondità. Per questo motivo lo aveva portato con sé all'interno del sommergibile nel suo viaggio sul relitto del Titanic. Lo ha raccontato la madre alla Bbc, rivelando che l'idea sarebbe stata quella di compiere l'esplorazione prima della pandemia, "ma Suleman non aveva compiuto ancora 18 anni e quindi non era idoneo a partecipare alla spedizione".

"La pandemia ha ritardato i piani della famiglia - ha detto Christine - Quando è arrivato il momento di fare il viaggio a giugno ho dato spazio a Suleman perché andasse, lo voleva davvero. Assieme al padre, desiderava fare questo viaggio "da molto tempo. Sono stata davvero felice per loro". Nell'intervista, la madre ha raccontato che "Suleman amava così tanto il cubo di Rubik che lo portava con sé ovunque e che riusciva a risolverlo in 12 secondi. Mio figlio ha detto: 'Risolverò il cubo di Rubik a 3.700 metri sotto il livello del mare'".

Suleman era uno studente dell'Università di Strathclyde a Glasgow, nel Regno Unito. Il padre, l'uomo d'affari Shahzada Dawood, era britannico ma proveniva da una delle famiglie più ricche del Pakistan. La famiglia, compresa la figlia Alina di 17 anni, era salita a bordo del Polar Prince prima che il Titan perdesse il contatto con la nave. La Dawood ha detto che si sono abbracciati e hanno scherzato poco prima che suo marito e suo figlio entrassero nel sommergibile. Suleman e il padre sono morti otto giorni nell'implosione del sottomarino turistico che faceva escursioni per osservare il relitto del Titanic.