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Vedere un giovane, nel nostro caso una ragazza, presentare un suo libro con grande competenza e coinvolgente passione, è un motivo di orgoglio che scuote felicemente la sensibilità di chi guarda il mondo giovanile con l'ansia del riscatto e del pronto recupero in una società in ritardo e in affanno proprio con loro, i giovani, appunto.
Valeria Lai è una scrittrice che salta il guado dell'inesperienza da debutto perché è preparata, colta e professionale. Il suo primo libro "Black news - Criminalità e paure tra media e società - " è il frutto di un lavoro di ricerca sapiente e puntuale, sviluppato e portato avanti usando i ferri del mestiere di chi dell'arte della comunicazione e dell'amore della scrittura ha fatto il credo della professione, ma no solo.
Il tema della cronaca nera è stato analizzato in lungo e in largo, con particolare attenzione e approfondimento del versante della comunicazione dei fatti da parte dei media, carta stampata, televisione, ecc. La lente, dunque, è puntata sul lavoro del giornalista, per premiarne il lavoro o per condannarne, anche se l'autrice pone alcune questioni in termini di domande, l'operato tutte le volte che ricorre l'uno o l'altro caso.
Valeria Lai, per presentarsi al grande pubblico dell'esordio si è data una facciata di cartello di prim'ordine chiamando vicino a sé due addetti ai lavori che la cronaca nera la trattano per mestiere da angolazioni diverse, uno come giornalista e scrittore, Giacomo Mameli, e l'altro nel ruolo di magistrato, Gianni Caria, procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Sassari.
Entrambi, con argomentazioni tese a dare una risposta agli interrogativi proposti dalla scrittrice nel suo libro, hanno condannato gli eccessi dei servizi giornalistici, soprattutto, televisivi, che trattano i fatti di cronaca nera. Il dio dell'universo dell'informazione è diventato l' audience, che garantisce fatturati a misura dello sfruttamento della debolezza del telespettatore, chiamata morbosità dalla stessa scrittrice.
Per Giacomo Mameli ci sono troppi finti giornalisti, ma "anche il cronista potrà migliorare se migliorerà l'opinione pubblica".
"Le trasmissioni TV sono orribili", ha detto il p.m. Caria durante il suo intervento, ci sono solo finti esperti. Il talk show non farà danni, ma sicuramente è cattiva cronaca".