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"Quello che vediamo è che la variante Delta del coronavirus può infettare anche i vaccinati e aumenta così la frazione degli asintomatici; in quelli che hanno fatto una singola dose può creare malattia grave; in quelli che hanno fatto due dosi, se hanno superato i 7-8 mesi dalla vaccinazione e sono persone fragili e anziane, può causare malattia grave".
A sottolinearlo è il virologo Andrea Crisanti, direttore del Dipartimento di medicina molecolare dell'università di Padova, parlando del dibattito in corso sulla terza dose del vaccino contro il coronavirus. "Per questo per i fragili andrebbe valutata l'opportunità della terza dose di vaccino Covid-19. Tuttavia, bisognerebbe vedere anche qui se c'è qualche dato, qualcosa che ci dia un po' di conforto", aggiunge.
Un dibattito acceso da alcuni dati diffusi da Pfizer in relazione proprio alla variante Delta, secondo cui il terzo richiamo aumenterebbe i livelli di anticorpi neutralizzanti. La terza dose è un'opzione verso la quale sembrerebbe avviarsi Israele, al vaglio anche in altri Paesi, Italia compresa. "Vanno visti i dati", ribadisce l'esperto.
In generale, "le vaccinazioni anti-Covid non basteranno a bloccare il contagio con la variante Delta di Sars-CoV-2 che corre. In Inghilterra fanno un milione di tamponi al giorno e hanno un sistema di App che in qualche modo funziona, perché ogni giorno mettono in quarantena quasi mezzo milione di persone. E questo sta aiutando a contenere. E' una strategia che funziona, lo sto dicendo da un anno".
"Da sole le vaccinazioni non bastano - ribadisce - tanto è vero che in Gb sono arrivati a 40mila casi" al giorno. "Ora sono scesi perché, da un lato, non ci sono più le scuole e gli Europei sono finiti, quindi si sono ridotte anche le occasioni di aggregazione. Ma quello che è entrato in campo in particolare è stato il sistema di tracciamento che hanno", insiste.
Il virologo non si stupisce per le parole dello scienziato Usa Anthony Fauci, che ha evidenziato come la variante Delta abbia cambiato il quadro e il livello di virus nei vaccinati che si infettano, un evento più raro che può verificarsi, sia esattamente lo stesso rispetto al livello di virus nelle persone non vaccinate che vengono contagiate.
"Questo è normale - commenta Crisanti -. Non avevamo la stessa carica virale anche negli asintomatici? La vaccinazione praticamente sta aumentando la frazione degli asintomatici. Quello che sicuramente è vero è che questa variante infetta anche i vaccinati: in quelli che hanno fatto una singola dose può creare malattia grave, in quelli che hanno fatto due dosi, se hanno superato i 7-8 mesi dalla vaccinazione e sono persone fragili e anziane, può causare malattia grave - ripete -. Per il resto, aumenta la frazione degli asintomatici".