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Anche in Sardegna si andrà verso la mobilitazione sindacale con lo sciopero di tutti i dipendenti del gruppo Auchan, 4 ipermercati con oltre 750 addetti totali.
La vertenza è unitaria seguita da Nella Milazzo della CGIL, Giuseppe Atzori della CISL e Cristiano Ardau Uil Tucs.
All’incontro di oggi, 30 Settembre, a Roma, erano presenti Gianluigi Baroni, David Neirotti e Paolo Condini.
I primi due della società di consulenza PwC TLS, il secondo in rappresentanza di A.N.C.D.. Assenti Sergio Imolesi, A.N.C.D. e Dario Bresciani, SMA.
Per il sindacato, i Segretari Nazionali Alessio Di Labio per la Filcams-Cgil, Vincenzo Dell’Orefice per la Fisascat-Cisl, Marco Marroni per la Uiltucs e quasi duecento partecipanti tra Segretari Regionali, Territoriali e Delegati.
L’incontro si è tenuto presso lo Scout Center di Roma, dalle 11 alle ore 19.
L’incontro si è contraddistinto per l’alta tensione e la palpabile sensazione che la trattativa sarebbe saltata.
Baroni ha comunicato che su alcuni temi della bozza di accordo presentata dai sindacati, si è eccessivamente sintetizzato. Questo non permetterebbe a Conad di adottare le opportune azioni di risanamento dell’azienda; chiede una necessaria riscrittura.
Si è proceduto alla comunicazione di disdetta del Contratto Integrativo S.M.A., formalizzando per iscritto, la scelta aziendale già annunciata, in attesa di un scenario più chiaro sulla contrattazione integrativa nella nuova realtà Conad.
Ha comunicato che la bozza, per l’azienda è divisibile in due parti. Una condivisibile e l’altra non condivisibile perché non raccoglierebbe le esigenze aziendali.
Quest’ultimo aspetto porterebbe le parti lontani sulla firma dell’accordo.
Sul tema delle relazioni sindacali spiega che il vecchio modello Auchan e SMA non può essere riproposto nel mondo Conad, poiché non sarebbe funzionale al nuovo contesto aziendale.
Questo per non ingabbiare la gestione futura in regole anacronistiche per il nuovo contesto aziendale. Ricorda infatti che l’azienda versa in uno stato di grave crisi tale da dover riscrivere le regole del gioco.
Sul piano industriale, oltre alle azioni di illustrazione e di giusto confronto con le OO.SS, diviene difficile trovare dei momenti di accordo sul merito.
Sarebbe improponibile tenere delle riunioni con tutti i soggetti aziendali e il sindacato e dover con loro contrattare i contenuti del piano industriale.
Di Labio comunica che la proposta aziendale è la somma di intenti solo teorici sul piano politico anziché il recepimento di atti concreti.
Ricorda che ci sarà il trasferimento di 5650 lavoratori che ad’oggi non hanno alcun accordo di tutela sui temi del modello delle relazioni sindacali, occupazione e del nuovo modello organizzativo.
Sull’integrazione tra Auchan e Conad si vuole contrattare ogni tema, per quello in cui incorreranno i lavoratori - rammenta Cristiano Ardau, Segretario Generale della UILTuCS Sardegna.
Non sono regole vecchie di storici modelli sindacali ma azioni necessarie per la tutela dei dipendenti.
Come è importante capire il reale ruolo delle Cooperative che stanno incidendo sull’effettiva gestione dei negozi. Queste devono assumersi le responsabilità nella gestione della partita e partecipare al confronto ai vari livelli.
Di Labio come monito generale, ricorda che il segnale che va dato ai soci Conad, è che nessuno deve avere mano libera sull’organizzazione del lavoro e sull’occupazione.
Dell’Orefice ricorda che il testo dell’accordo proposto dai sindacati contiene tutto quello che un buon accordo deve avere.
Così come la disdetta del CIA SMA non aiuta alla trattativa e al confronto, CIA che è un valore aggiunto a queste aziende. Infatti sarebbe stato più opportuno che l’azienda avesse preservato la contrattazione SMA che porta un significato politico, fatto di storie di relazioni sindacali e di buone prassi applicate in azienda.
Se il confronto non progredisce sui contenuti è difficile sottoscriverlo. E se non ci saranno risposte per tutti, come per gli altri lavoratori fuori dal trasferimento, negozi non ancora trasferiti e la sede e la logistica, sarà il sindacato a dare loro risposte con iniziative di lotta sindacali come lo sciopero.
Marroni chiede che tipo di accordo sindacale vorrebbe sottoscrivere Conad visto che tra le parti non vi è alcun equilibrio per l’assenza nel testo delle rivendicazioni sindacali.
Gli accordi sindacali si raggiungono quando ogni parte è soddisfatta per aver raccolto almeno una parte delle proprie istanze. Qui l’azienda, ricorda, vuole solo prendere.
Così come la disdetta del CIA SMA che è contraria all’art. 2112 del Codice Civile, poiché SMA ha l’obbligo di dare la continuità all’applicazione del Contratto Integrativo.
Marroni accusa Conad di voler spogliare dei diritti minimi i lavoratori Auchan/SMA e di volerli equiparare ai dipendenti Conad che in molte realtà non sono sindacalizzati o non sono emancipati sul piano lavorativo.
Ricorda che le persone, i lavoratori Auchan/Conad, sono state messe dietro alla cose, controvertendo il famoso slogan Conad.
Diversamente, comunica che si sarà costretti ad esercitare il ruolo del sindacato con le opportune iniziative di lotta sindacale, sciopero e mass media.
La trattativa si sospende dalle 13 alle ore 15, per dare la possibilità all’azienda di effettuare le opportune riflessioni.
Baroni comunica che la cooperativa prenderanno parte negli accordi sindacali, dentro la filiera delle relazioni sindacali.
Sul tema della contrattazione integrativa, la parte va riscritta, per lasciare aperta per i soci, la libertà di poterla avviare.
L’una tantum del CCNL Federdistribuzione verrà erogata come da CCNL.
L’azienda viene invitata ad uscire dalla sala per permettere la convocazione del coordinamento nazionale.
I tre Segretari affermano unitariamente che non ci sono gli estremi per firmare l’accordo chiedendo al coordinamento una parere sul da farsi.
L’accordo proposto dall’azienda è solo la riproposizione di quanto stabilito dalla Legge sui trasferimenti d’azienda senza alcuna risposta ai temi posti dal sindacato.
- la salvaguardia dei livelli occupazionali dell’intera azienda per i 18.600 dipendenti;
- l’estensione a tutti i soggetti delle varie cessioni, affitti e subaffitti delle condizioni a garanzia dei dipendenti previste dall’eventuale accordo sindacale;
- dare concretezza ai momenti di confronto decentrato, per territorio o per negozio su eventuali ristrutturazioni, cambi dei modelli organizzativi e organizzazione del lavoro;
- dare risposte chiare sull’erogazione dell’una tantum previsa dal CCNL Federdistribuzione;
- chiarezza su che destino occorrerà ai dipendenti della sede e della logistica;
- mantenimento dell’art. 18 per i negozi che scendono sotto i 15 dipendenti
- conoscere il destino dei restanti 190 negozi ancora fuori dal primo trasferimento;
- conoscere i partner commerciali che sono pronti a rilevare i negozi che Conad non acquisirà a causa di sovrapposizioni o dinieghi dell’Antitrust.;
- assenza di sistemi di “solidarietà di tipo patrimoniale” da parte delle cooperative verso eventuali soci inadempienti.
L’azienda di fatto ha puntato solo per “l’esperimento regolare della procedura” senza mettere nell’accordo alcuna richiesta sindacale.
Si valuta tutti che dopo 6 incontri in sede aziendale è opportuno e non più rinviabile tornare al MISE per l’assenza di chiarezza sulle vertenza e i troppi temi a cui Conad non vuole dare risposta.
L’impostazione data dall’azienda alla vertenza non soddisfa i sindacati che loro malgrado saranno costretti a innalzare la tensione ricorrendo allo stato di agitazione e sciopero, assemblee nei luoghi di lavoro con possibili azioni di visibilità della vertenza sui media.
Tecnicamente “saltata la trattativa”, i sindacati nella giornata richiederanno incontro al MISE.