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La perdita di una persona a cui abbiamo voluto bene è un’esperienza per la quale nessuno è mai preparato. La morte è sempre un evento devastante, ma quando ci troviamo ad affrontare quella di qualcuno che abbiamo amato, il trauma è tale da farci precipitare in una sorta di smarrimento che distrugge la nostra stessa quotidianità, facendoci percepire come privo di senso tutto ciò che si muove intorno. Dopo le parole di cordoglio e gli abbracci di amici e parenti, il senso di vuoto si impossessa di noi ed è proprio allora che proviamo il vero dolore e il senso di mancanza che attanaglia e demolisce. La persona che ha fatto parte della nostra vita e che abbiamo amato non c’è più, non possiamo più vederla, né sentirla, ma l’amore per lei dentro di noi è ancora più intenso. Senza esitare , la mente torna impietosa a tutti quei momenti in cui abbiamo riso con lei o pianto sulla sua spalla e a tutte quelle emozioni provate insieme, ma soprattutto alle parole che non le abbiamo mai detto.
“Nonno ti voglio bene”; “Papà sei importante per me”; “Mamma ho bisogno di te”, semplici frasi che, quando realizziamo di non poter più dire a chi abbiamo amato, pesano come macigni sulla nostra anima.
Si, perché molte volte abbiamo quell’insana paura di esprimere le nostre emozioni e, immersi nella caotica quotidianità di una vita vissuta di corsa e vittime di una geografia emotiva sempre più complicata, diamo per scontato che chi ci sta accanto, sa quali sentimenti proviamo e non ci sia bisogno di dire niente. E comunque, tra le mille cose da fare ogni giorno, manca sempre quel momento in cui lasciarsi andare e mettere a nudo i propri sentimenti senza “vergogna” o inutili timori. Il pudore di dire quel “ti voglio bene” corre il rischio di essere eccessivo e di sabotare quelle manifestazione d’affetto che sarebbero, invece, importantissime per le persone che amiamo.
Pertanto, perfino nel corso di un’intera vita, non riusciamo mai a dire quel semplicissimo “Ti voglio bene” che ha una forza immane per chi lo dice, ma anche e soprattutto per chi se lo sente dire. E quando la persona a cui avremmo tanto voluto dirlo non c’è più, anche se siamo sicuri che già lo sapeva senza bisogno che glielo ricordassimo, il rimorso è dietro l’angolo e fa male. Anch’io, che in questo momento sto scrivendo l’articolo, ho più di un “Ti voglio bene” in sospeso, quello ai miei nonni. Tra le persone che ho più amato al mondo ci sono proprio loro, il punto di riferimento, la roccia della famiglia. Non dimenticherò mai la delicatezza e la sensibilità di mio nonno paterno che, in un momento particolarmente difficile della mia vita, mi guardò con quei suoi grandi occhi verdi e mi disse: ”tutto si risolverà vedrai, un passo alla volta e ciò che adesso ti fa stare male sarà solo un brutto ricordo” e fu proprio così.