La magia del calcio risiede negli spettatori, negli stadi, nelle squadre e, soprattutto, nei giocatori, assoluti protagonisti di uno sport che risveglia passione in tutti coloro che lo seguono e anche in quelli che ci hanno poco a che fare. Una piazza come Cagliari, una delle più focose d’Italia e l’unica del Meridione, insieme a Napoli, ad aver vinto un titolo italiano, è uno dei luoghi in cui i calciatori assumono i connotati di idoli assoluti, soprattutto se sono locali e permettono di sfidare le grandi, anche se in maniera effimera.

L’impresa del Cagliari che riuscì ad imporsi come campione d’Italia nel 1970 con quel fenomeno di Gigi Riva come capocannoniere creò uno spartiacque nella maniera di seguire la squadra e i suoi tifosi da quel momento hanno sviluppato un’intensa passione per la loro squadra.

Come vediamo dalle scommesse sulla Serie A il Cagliari, che ha perso con la Fiorentina per 1 a 0 in casa per via di un gol di Babacar, dovrà ancora sudare moltissimo per salvarsi e restare in Serie A, avendo soltanto tre punti in più della zona retrocessione.

 

Eppure, se parliamo del Cagliari in Serie A e con una certa nostalgia non possiamo fare a meno di menzionare Gianfranco Zola, il miglior calciatore sardo di sempre che fece ritorno a casa sua dopo una lunghissima carriera in esilio. Dopo aver debuttato con la Nuorese ed essere poi passato alla Sassari Torres, il folletto di Oliena ebbe la fortuna di essere notato dal Napoli, dove disputò quattro stagioni, le prime due sotto l’ala protettiva di Diego Armando Maradona, che gli insegnò tantissime cose, tra le quali come calciare i calci di punizione.

 

Dopo l’addio dell’argentino per la squalifica per doping il sardo si mise il Napoli sulle spalle e riuscì in qualche modo a coprire il vuoto lasciato dall’ex numero 10, anche se gli azzurri non sarebbero poi riusciti a mantenere il livello raggiunto in precedenza. Il passaggio al Parma per questioni economiche spalancò a Zola la possibilità di farsi notare in una realtà emergente dove si distinse non poco e arrivò persino a disputare a Roberto Baggio il posto da titolare come seconda punta in nazionale.


Tuttavia fu nel Chelsea che ‘Magic Box’, come lo chiamavano i supporters inglesi, scrisse la storia: 59 gol in sette stagioni, molti dei quali di pregevole fattura, nonché una serie di assist e di giocate scintillanti, lo fecero salire alla ribalta e lo resero un calciatore amatissimo oltre Manica, qualcosa di non facile per uno straniero.

 

Nel 2003 Zola decise di vestire per la prima volta la maglia del Cagliari, riportando i rossoblu in Serie A la prima stagione con 13 reti e realizzando un’ottima annata successiva nella massima serie contribuendo, con 9 centri, a mantenere i sardi in A.

 

Lasciò il calcio giocato nel migliore dei modi, con una doppietta contro la Juventus a Torino e ricevendo il pallone d’argento come calciatore più corretto del campionato. Il giusto sigillo ad una carriera strepitosa.