È stato scambiato dalla Asl per benigno il nodulo al seno di una donna, morta a 40 anni a Empoli. Come riporta Leggo.it, il Tribunale di Firenze ha emesso una condanna contro la Asl che ora dovrà risarcire la famiglia della vittima con un milione di euro.

Secondo il giudice, infatti, la diagnosi errata avrebbe impedito alla donna di ricevere terapie adeguate che avrebbero esteso le sue aspettative di vita.

COSA È SUCCESSO. Preoccupata a causa di un nodulo al seno, la donna, madre di due figlie minorenni, si è recata in un ambulatorio dell’Asl per sottoporsi a una visita. Il nodulo è stato aspirato e un campione di esso inviato al laboratorio per essere analizzato.

Qui è stato commesso il tragico errore, scambiando il tumore maligno per benigno, la paziente è stata rassicurata e non le sono stati richiesti ulteriori esami.

Con il passare dei mesi, però, le condizioni della 40enne sono peggiorate e i medici hanno capito che quel tumore che stava sviluppando metastasi, potesse essere maligno. Nonostante i disperati tentativi di curare la paziente, il tempo trascorso era ormai troppo e la donna è morta, ma prima ha avviato una causa legale contro il laboratorio, portata avanti dal marito dopo il suo decesso.

LA DECISIONE DEL TRIBUNALE. Il Tribunale di Firenze ha confermato che l’errore diagnostico era dovuto a una diagnosi errata del laboratorio e che ciò aveva indotto il medico in errore. Secondo la sentenza, questo errore ha ridotto la probabilità di sopravvivenza della paziente di oltre il 70%, quindi la Asl Toscana Centro è stata condannata a risarcire i famigliari.