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Si allarga la platea dei disoccupati che possono usufruire di un sostegno al reddito. Il ministero del Lavoro, riferisce laleggepertutti.it, ha pubblicato un decreto in virtù del quale altre 365mila persone senza lavoro avranno diritto ad un bonus da 600 euro per il mese di marzo. Si tratta di coloro che erano stati esclusi dal decreto Cura Italia, ovvero dipendenti stagionali licenziati in settori diversi dal turismo, lavoratori intermittenti, autonomi occasionali o senza partita Iva e venditori porta a porta.
Nel dettaglio, il beneficio è rivolto ai dipendenti che lavoravano in un settore diverso dal turismo e degli stabilimenti termali (per questi ci sono delle agevolazioni nel Cura Italia) che sono stati licenziati tra il 1° gennaio 2019 ed il 31 gennaio 2020, purché abbiano svolto in questo periodo almeno 30 giornate di lavoro. Stesso requisito viene richiesto per i lavoratori intermittenti.
Al bonus, evidenzia laleggepertutti.it, hanno diritto anche gli autonomi senza partita Iva che non sono iscritti ad una forma di previdenza obbligatoria e che: tra il 1° gennaio 2019 ed il 23 febbraio 2020 abbiano avuto un contratto autonomo occasionale con ritenuta d’acconto; risultino iscritti al 23 febbraio 2020 alla gestione separata dell’Inps con accredito di almeno un contributo mensile nel periodo sopra citato (significa che devono avere avuto un compenso non inferiore a 1.323 euro nel 2019 oppure di 1.330 euro nel 2020).
Per quanto riguarda, infine, i venditori porta a porta, hanno diritto al bonus nel caso in cui: abbiano la partita Iva attiva; risultino iscritti al 23 febbraio 2020 alla gestione separata dell’Inps; non siano iscritti ad altre forme di previdenza obbligatorie; abbiano dichiarato un reddito annuo nel 2019 superiore a 5 mila euro.
A tutti loro vengono, inoltre, richiesti i seguenti requisiti: non essere titolati di altro contratto di lavoro dipendente a tempo indeterminato, diverso da quello intermittente; non essere titolari di pensione.
Il bonus da 600 euro, come detto relativo al mese di marzo, non concorre alla formazione del reddito e non è cumulabile con altre prestazioni simili legate all’emergenza coronavirus o con il reddito di cittadinanza. La domanda per accedere al beneficio va presentata all’Inps, che l’accoglie in base al limite di spesa, stabilito dal decreto ministeriale in 220 milioni di euro. In pratica, una volta raggiunta questa soglia, i bonus non verranno più erogati.