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L'esterno del carcere di Rebibbia, Roma 15 agosto 2013. ANSA/ALESSANDRO DI MEO
Ha staccato il dito di un agente della polizia penitenziaria con un morso e “forse se lo è mangiato”. Protagonista dell'episodio di violenza, risalente al 17 giugno scorso e avvenuto nel carcere romani di Rebibbia, il boss di Cosa Nostra Giuseppe Fanara. L'uomo è detenuto da nove anni in regime di 41-bis.
Per il gesto gli è stata notificata ora una nuova misura cautelare per i reati di lesioni aggravate, lesioni gravissime e resistenza. L'ergastolano, 60 anni, avrebbe dato in escandescenze al termine di un controllo nella sua cella avventandosi su sette poliziotti della penitenziaria, aggredendoli.
Prima avrebbe afferrato per il collo uno degli agenti poi, buttandolo a terra, avrebbe intrapreso una lotta con lui, colpendolo con un pugno al volto. Al culmine della rissa lo avrebbe morso, staccandogli il mignolo della mano destra, che non è stato più ritrovato. Gli inquirenti sostengono che lo abbia inghiottito. Infine si è avventato sugli altri sei poliziotti, intervenuti in difesa del collega.
Sono state necessarie due ore per calmare il boss, che ha usato anche il bastone di una scopa come arma. "Io a voi vi sgozzo come maiali", avrebbe urlato nei confronti degli agenti che, alla fine, sono riusciti a immobilizzarlo e disarmarlo. Dopo questo episodio si è deciso di trasferire il detenuto da Rebibbia al carcere di massima sicurezza di Sassari.