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Il nome di un Papa ha una enorme portata simbolica. È il primo manifesto programmatico del pontefice neoeletto, una dichiarazione d’intenti e un modo per tracciare un solco nella storia della Chiesa indicando la strada da seguire e ricollegandosi a un’eredità spirituale e pastorale.
A poche ore dalla morte di Papa Francesco, il mondo cattolico si interroga non solo su chi sarà il nuovo erede di Pietro, ma anche su quale nome vorrà assumere. Vediamo alcune ipotesi plausibili, alla luce della storia recente e del carisma dei predecessori.
FRANCESCO II
Nel segno della continuità, un Papa che volesse proseguire il cammino aperto da Bergoglio potrebbe facilmente replicare il suo nome pontificio. Sarebbe l'assunzione di un impegno a proseguire un progetto fondato su una Chiesa povera per i poveri, sulla fraternità, sull’ecologia e la sinodalità. Una scelta forte, che indicherebbe aperta comunione pastorale e spirituale con gli intenti del suo predecessore e il desiderio di consolidare le riforme in corso.
GIOVANNI XXIV
Richiamerebbe il carisma di Angelo Roncalli (1958-1963), il Papa "buono" che convocò il Concilio Vaticano II, in un tempo di profondi cambiamenti come il nostro per una Chiesa che potrebbe essere chiamata a una nuova grande assemblea ecumenico. Un Papa che assumesse questo nome, potrebbe voler richiamare un nuovo tempo di riforma, dialogo e tenerezza pastorale. Sarebbe un segno di apertura alla modernità e di fiducia nel popolo di Dio. Il nome Giovanni è anche tra i più ricorrenti della storia pontificia.
PAOLO VII
Richiamare Paolo VI (1963-1978) significherebbe indicare una via di equilibrio tra tradizione e modernità, tra rigore dottrinale e apertura pastorale. Paolo VI fu il traghettatore del Concilio, portò a termine la sfida epocale ideata e avviata da Giovanni XXIII e scelse la via del dialogo col mondo contemporaneo senza rinunciare all’identità cattolica. In una Chiesa tormentata da non poche tensioni interne, un pontefice che volesse riportare equilibrio e stabilità potrebbe guardare a questo modello.
GIOVANNI PAOLO III
Un nome che si rifà alla storia di due personalità uniche e diversissime fra loro. Giovanni Paolo II (1978-2005), il pontefice polacco viaggiatore, globale e difensore della fede, interprete di un magistero straordinario che ha varcato i decenni. Giovanni Paolo I (1978), il Papa del sorriso, umile e vicino alla gente, il cui pontificato durò appena 33 giorni lasciando comunque una preziosa eredità. Questo nome, oggi, ispirerebbe fermezza dottrinale e semplicità evangelica, incarnando una Chiesa missionaria e radicata nel Vangelo.
BENEDETTO XVII
Sarebbe un chiaro riferimento a Benedetto XVI (2005-2013), il fine teologo tedesco che ha cercato di ricucire il rapporto tra fede e cultura, fra tradizione e verità. Potrebbe rappresentare l'attenzione a una coerenza dottrinale e al primato della verità in una società confusa. Sarebbe un richiamo alla riflessione, alla liturgia, e alla bellezza della fede cattolica. Ma potrebbe celebrare anche la figura di un altro predecessore: Benedetto XV (1914-1922), il Papa che condannò la Prima guerra mondiale come "l'inutile strage", un messaggio valido oggi più che mai.
LE POSSIBILI SORPRESE
Meno probabile l'assunzione del nome Pio, seppure di tradizione relativamente recente. L'ultimo capo della Chiesa ad averlo scelto fu Pio XII (1939-1958), figura straordinaria ma anche controversa. Sarebbe il richiamo a una tradizione di rigore dottrinale e morale, che mostrerebbe un'attenzione alla liturgia, al silenzio, alla preghiera.
Se la scelta del nome di Francesco fu assolutamente inedita e di rottura con la tradizione papale, un nome non inedito, ma nuovo rispetto alla tradizione recente, potrebbe essere Gregorio. Sarebbe il XVII, in un richiamo magari a Gregorio I Magno (590-604), grande riformatore e pastore nonché padre della spiritualità medievale, e a Gregorio VII (1073-1085), Papa della lotta per le investiture e della riforma morale del clero. Un nome adatto a un Papa che volesse guidare una Chiesa di riforma interna, con fermezza e autorità, anche a costo di conflitti. Stefano (primo martire), indicherebbe una Chiesa pronta al martirio spirituale, alla testimonianza della fede fino in fondo, contro l’indifferenza del mondo.
Nomi importanti della tradizione cristiana eppure mai utilizzati sono Andrea, richiamerebbe una figura molto importante, il fratello di Simon Pietro, primo Papa. Andrea è considerato il primo discepolo di Gesù, è quindi un "pioniere" della fede, celebrarlo aprirebbe a una Chiesa che guida all’incontro con Cristo con umiltà e spirito di servizio. Giacomo è il nome di ben due apostoli di Gesù. Il Maggiore, fratello di Giovanni e figlio di Zebedeo, è uno dei primi discepoli e anche il primo apostolo martire. Il Minore, capo della Chiesa di Gerusalemme, figura giusta e sapiente. Un Papa Giacomo, dunque, sottolineerebbe il valore della vita dedicata alla fede, in cammino, come quello per Santiago de Compostela, luogo di sepoltura del Maggiore.
E ancora, Agostino (come uno dei più grandi pensatori della storia cristiana, autore delle Confessioni), simbolo di intelligenza spirituale, dialogo e rinnovamento interiore; Tommaso (quello d'Aquino fu Dottore della Chiesa, simbolo dell’unione tra fede e ragione), sarebbe manifesto di una Chiesa che pensa, argomenta, dialoga con il mondo moderno.