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Giungere a un'unica legge nazionale sul fine vita per garantire una chiara direttiva a livello nazionale e prevenire variazioni tra le regioni e le corti in merito a un tema estremamente sensibile: si tratta di una richiesta sostenuta da diverse fazioni politiche, con la Toscana che recentemente ha adottato la prima legge regionale in materia, e che ha ora ottenuto un consenso iniziale anche dal ministro della Salute, Orazio Schillaci. "I tempi sono giusti e maturi - ha affermato - per una legge buona per tutti".
Sul fine vita, ha sottolineato il ministro, "è importante trovare una sintesi, non si possono lasciare le singole Regioni a fare fughe in avanti. Si tratta di un argomento complesso, ma al di là delle diverse sensibilità politiche credo sia importante trovare una sintesi". Un obiettivo da perseguire è sicuramente la definizione di una regola chiara e condivisa, tuttavia al momento la questione è ancora aperta e priva di una soluzione definitiva.
A livello nazionale, diversi disegni di legge in materia sono stati presentati, ma attualmente sono bloccati al Senato nelle Commissioni competenti. Nel 2022, una proposta di legge approvata dalla Camera è decaduta prima del via libera definitivo a causa della fine della Legislatura.
Mentre si attende l'avvio del dibattito parlamentare, le Regioni stanno procedendo in modi differenti. La Toscana è stata la prima Regione italiana ad approvare, lo scorso 11 febbraio, una legge regionale che regolamenta la morte volontaria medicalmente assistita. Altre Regioni, come la Lombardia e il Veneto, hanno avviato il processo per una regolamentazione regionale ma non hanno ancora raggiunto una conclusione.
Al contrario, la Puglia e l'Emilia Romagna hanno adottato decreti tecnici in ottemperanza alle sentenze della Corte Costituzionale. Attualmente, riferimento principale è la sentenza n. 135 del 2024, in cui la Corte ha ribadito i quattro criteri per accedere al suicidio assistito già stabiliti nella sentenza n. 242 del 2019, relativa al caso di Dj Fabo. Questi criteri includono l'irreversibilità della malattia, la presenza di sofferenze fisiche o psicologiche insopportabili per il paziente, la dipendenza del paziente da trattamenti di supporto vitale e la capacità del paziente di prendere decisioni libere e consapevoli. Fino all'approvazione di una legge, le singole aziende sanitarie locali gestiscono i casi seguendo questi principi della Corte.
"La Toscana ha segnato un passo storico approvando la legge Liberi Subito, dimostrando che le Regioni possono e devono agire per garantire tempi e procedure certe a chi richiede la valutazione dello stato di salute per l'accesso al suicidio assistito. Ora tocca alle altre: la richiesta di una legge nazionale non può essere un alibi per evitare al legislatore regionale di assumersi le proprie responsabilità", afferma Marco Cappato dell'Associazione Coscioni. Dall'l al 13 aprile, con il 5 giornata clou, la Coscioni organizzerà mobilitazioni in tutta Italia proprio per chiedere alle Regioni di discutere subito una legge regionale. Il ministro Schillaci, rilevano Cappato e Filomena Gallo, "avrebbe già i poteri necessari per impedire che in molte Regioni il Ssn di fatto boicotti l'applicazione delle sentenze della Consulta, costringendo ad attese di mesi, e persino di anni, le persone che chiedono di essere aiutate a morire senza soffrire". Il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana accoglie "molto positivamente" l'apertura del ministro.
"È necessaria una legge nazionale, perché si tratta di una competenza concorrente. La legge cornice dovrà essere realizzata dallo Stato poi le Regioni approveranno una legge di dettaglio". Il Parlamento "deve assumersi le proprie responsabilità e accelerare sull'approvazione di una legge che sia pienamente in linea con i principi dettati dalla Corte Costituzionale", incalza Alessandra Maiorino del MoVimento 5 Stelle. Anche per Licia Ronzulli (FI), "non si può più lasciare questa materia in mano ai Tribunali, nell'incertezza giuridica, altrimenti ci saranno sentenze ognuna diversa dall'altra, o assisteremo a un Far West di leggi regionali".