Francesco Schettino, condannato a 16 anni e un mese di reclusione nel processo di primo grado per il naufragio della Costa Concordia avvenuto il 13 gennaio 2012 nel quale morirono 32 persone, non andrà in carcere. I giudici, infatti, hanno respinto la richiesta di arresto ritenendo non sussistente il pericolo di fuga. 

Il tribunale di Grosseto ha confermato tutti i reati per cui era accusato: abbandono della nave (1 anno di condanna compreso l'abbandono di incapaci) e, insieme, naufragio colposo (5 anni), omicidio plurimo colposo e lesioni colpose per i 32 morti e i 157 feriti del disastro (10 anni). Il mese di arresto è per aver dato informazioni non corrette alla capitanerie di porto.

L'imputato è stato anche interdetto dalla professione di comandante per cinque anni.

"Combatterò sempre per dimostrare che io non ho abbandonato la Costa Concordia. Quanto al resto, aspetto di leggere le motivazioni della sentenza". Questo un primo commento di Francesco Schettino "deluso" per la conferma del reato di abbandono della nave nella sentenza che lo condanna per il disastro del Giglio.