Andrea Bonafede, il prestanome del mafioso Matteo Messina Denaro, ha deciso di collaborare rispondendo alle domande degli inquirenti e dichiara: “Conosco Messina Denaro fin da quando eravamo ragazzini. La casa in cui viveva l’ho comprata io con i suoi soldi”. L’uomo, indagato per associazione mafiosa, avrebbe favoreggiato la latitanza dell’amico consentendo allo stesso di utilizzare le sue generalità per ogni esigenza necessaria. E proprio con il nome di Andrea Bonafede, il boss si è presentato anche nella clinica La Maddalena, dove è avvenuto l’arresto dopo trent’anni di latitanza. 

La dimora del mafioso, di media grandezza, era ubicata a Campobello di Mazara in provincia di Trapani e a ottanta chilometri da Palermo. La casa era composta da quattro vani. Non è chiaro da quanto tempo il boss vivesse nell’appartamento, ma ha effettivamente comprato l’appartamento il 15 giugno scorso. Sull’atto di compravendita della casa, che ha dato protezione all’ex latitante, è presente la firma di Bonafede. 

Secondo le prime indiscrezioni in seguito alla perquisizione, all’interno i carabinieri avrebbero trovato profumi, abiti di lusso, viagra e preservativi, ma non armi. Ancora poco certe le notizie relative al famoso archivio di Totò Riina sparito quando, dopo la cattura, il suo covo non fu perquisito.