All'inizio di gennaio dell'anno scorso, il numero di stranieri presenti in Italia ammontava a 5 milioni e 755mila, con un aumento dei residenti che raggiungevano 5 milioni e 254mila, 113mila in più rispetto al 2022, e una diminuzione degli irregolari che persiste dal 2019. Secondo le stime della fondazione Ismu, che ha presentato il suo trentesimo rapporto sulle migrazioni, "i residenti privi di regolare permesso sono stimati circa 321mila, corrispondenti al 5,6% del totale, con una diminuzione di 137mila rispetto all'anno precedente". Nel corso del 2023, sono state registrate 214mila acquisizioni della cittadinanza italiana, portando il totale a circa un milione e 700mila dall'anno 2011.

Negli ultimi tre decenni, la presenza degli stranieri in Italia è diventata sempre più rilevante, con un incremento di quasi tre milioni tra il 2001 e il 2011, influenzando diversi settori della società, dalla scuola al mondo del lavoro, come evidenziato nel rapporto. Ad esempio, nel 2023, c'erano 2 milioni e 317mila stranieri occupati, rispetto ai soli 160mila all'inizio degli anni '90. Tuttavia, mentre la percentuale di occupati tra gli italiani è aumentata dal 57,2% al 61,2% dal 2005 al 2023, per gli stranieri è diminuita del 4,2%, passando dal 65,8% al 61,6%, con una netta diminuzione del 6,4% per gli uomini e del 4,3% per le donne. Attualmente, il tasso di disoccupazione è del 15,5%. Nonostante le variazioni nei numeri, "i lavori rimangono principalmente non qualificati per gli stranieri, sebbene si osservi un cambiamento con le seconde generazioni che accedono a professioni più qualificate". Solo un piccolo margine superiore al 20% dei laureati nati all'estero e formati all'estero svolge un lavoro altamente qualificato, rispetto al 70% dei laureati italiani.

Inoltre, il tasso di occupazione tra i laureati stranieri è del 69,6%, inferiore di 15,7 punti percentuali rispetto a quello dei laureati italiani. Nel 2023 si è registrato un significativo calo del 42,2% dei permessi di soggiorno per lavoro, mentre sono in aumento quelli per motivi familiari, di studio e le richieste di asilo e protezione internazionale, che sono passate da 130mila nel 2023 a 116mila solo nei primi nove mesi del 2024.

Le previsioni future indicano la necessità di manodopera straniera: si prevede che nel 2025 la domanda di personale domestico raggiungerà i 2 milioni e 288mila, di cui 1,5 milioni saranno coperti da stranieri, mentre le assunzioni programmate nel 2024, osservate attraverso il sistema Excelsior, ammontano a 1 milione e 82.170, il dato più alto mai registrato in valore assoluto, con una percentuale del 19,6%, che sale al 30,5% nel settore della logistica e dei trasporti.

Il 65,4% degli studenti stranieri è nato in Italia

Oltre otto milioni di studenti frequentano attualmente le scuole in Italia, dall'infanzia fino alle superiori, e l'11,2% di loro proviene da famiglie straniere, con il 65,4% nato nel Paese. Secondo il rapporto Ismu, che ha raggiunto la sua trentesima edizione, si è verificato un notevole cambiamento rispetto al 1991/92, quando gli studenti stranieri erano solamente 31 mila. Da allora, c'è stato un costante aumento fino al 2012/13, quando la crescita ha iniziato a rallentare e si è registrata una diminuzione di 11 mila studenti durante l'anno del Covid. Tuttavia, nell'anno scolastico 2022/23 si è assistito a un incremento di 42 mila studenti, principalmente a causa dell'arrivo di giovani fuggiti dall'Ucraina, portando il totale degli alunni non italiani a 914.860. La Lombardia è la regione con il maggior numero di studenti stranieri, con 231.819 iscritti, seguita dall'Emilia-Romagna con 111.811 e dal Veneto con 99.604. In termini percentuali, l'Emilia presenta la maggiore concentrazione di studenti stranieri con il 18,4%. Milano è la provincia con il maggior numero di iscritti, seguita da Roma, Torino e Brescia. Negli ultimi quindici anni, il numero di studenti stranieri di seconda generazione, nati e cresciuti in Italia, è triplicato, passando da circa 200 mila nel 2007 a quasi 600 mila nel 2022. Durante il periodo compreso tra il 2002 e il 2022, si è osservato un aumento significativo di studenti iscritti ai licei (+11,5%) e una diminuzione negli istituti professionali (-15,9%). Tuttavia, solo uno su cinque dei minori non accompagnati frequenta la scuola, secondo la Fondazione Ismu. Nonostante un calo, persistono le difficoltà di rendimento scolastico per gli studenti stranieri, con il 26,1% in ritardo rispetto al ciclo di studi. Nel 2022, il 28,7% dei ragazzi stranieri tra i 18 e i 24 anni aveva interrotto gli studi alla licenza media, rispetto al 9,7% di coloro che hanno la cittadinanza italiana, mentre il 29% dei giovani tra i 15 e i 29 anni non frequentava la scuola, contro il 17,9% degli italiani.

"Dimezzati gli sbarchi, ma non il rischio di morte"

Nell'anno precedente, "il numero degli sbarchi è diminuito di più della metà rispetto al picco del 2023, tuttavia il rischio di morte per coloro che partono è aumentato": praticamente, per ogni quattro persone arrivate in Italia, una è deceduta o scomparsa in mare. Il trentesimo rapporto Ismu sulle migrazioni ha evidenziato che nel 2024 ci sono stati poco più di 66.000 sbarchi, il 57,9% in meno rispetto ai 157.652 del 2023, con significative diminuzioni dalla Tunisia (-80%), dalla Turchia (-51,2%) e dalla Libia (-20,2%). Anche il numero di morti in mare è diminuito da 2.526 a 1.692, ma la percentuale di decessi rispetto agli sbarcati è aumentata, passando dal 16% al 25,55%.