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Eitan, il bambino di 5 anni sopravvissuto alla tragedia del Mottarone, ha riaperto gli occhi. "Il risveglio sta proseguendo e poco fa è stato estubato", lo fa sapere il direttore generale della Città della Salute di Torino, Giovanni La Valle.
È l’unico sopravvissuto alla strage della funivia del Mottarone, dove hanno perso la vita 14 persone. Tra queste ci sono la mamma di Eitan, Tal Peleg (27 anni), il papà, Amit Biran (30 anni), e fratellino Tom (2 anni).
Il piccolo è ricoverato all'ospedale infantile Regina Margherita di Torino, nel reparto di rianimazione diretto dal dottor Giorgio Ivani. La risonanza magnetica a cui è stato sottoposto ieri non ha evidenziato danni neurologici, sia a livello celebrale sia a livello del tronco encefalico; nella giornata di oggi i sanitari inizieranno un lento e graduale risveglio.
"Per un momento - aggiunge La Valle - il piccolo Eitan ha ripreso conoscenza". Al suo fianco, oltre agli anestesisti e agli psicologi dell'ospedale infantile Regina Margherita di Torino, c'era la zia Aya, sorella del padre morto con la madre e il fratellino di due anni nella cabina della funivia precipitata. "Questa è una fase molto delicata - dicono i sanitari del reparto di Rianimazione diretto da Giorgio Ivani - La notte è passata tranquilla e conferma la stabilità clinica del bambino nonostante le condizioni critiche. Il fatto che siamo riusciti a estubarlo è un fatto positivo". Quando ha aperto gli occhi, dunque, Eitan si è trovato di fronte il volto conosciuto della zia. La prognosi resta riservata e si attendono le prossime ore per completare il risveglio.
"Ieri ho visto il piccolo Eitan, il suo nome in ebraico vuole dire 'forte', credo che in questa parola noi dobbiamo davvero trovare la forza per superare questo momento così doloroso". Lo ha detto il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, parlando della tragedia del Mottarone in Consiglio regionale, dove è stato osservato un minuto di silenzio per le vittime. "Siamo vicini a tutti i famigliari, a questo bambino e alla lotta che sta conducendo in uno dei nostri ospedali”.