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Non ha risposto alle domande dei giornalisti assiepati in piazza San Pietro il cardinale Matteo Zuppi, in Vaticano per le congregazioni legate al periodo di sede vacante dopo la morte di Papa Francesco.
L'arcivescovo di Bologna, presidente della CEI, ha scartato i cronisti salutando cordialmente ed evitando le domande sul Conclave e il totonomi che da giorni impazza in tv e web. "Ricordiamo la Liberazione", si è limitato a dire sottolineando la data del 25 aprile. Un messaggio che non è passato inosservato in una giornata che, ancora una volta, non è stata priva di polemiche politiche da destra a sinistra.
IL PAPABILE CHE PIACE A SINISTRA
Matteo Zuppi è considerato uno dei cardinali papabili perché incarna molte delle caratteristiche che hanno reso Papa Francesco un pontefice apprezzato e innovatore. Arcivescovo di Bologna dal 2015 e cardinale dal 2019, don Matteo, così lo chiama la sua gente, è noto per il suo stile pastorale diretto, la vicinanza agli ultimi e la capacità di dialogo con mondi diversi, anche laici o lontani dalla Chiesa.
È spesso descritto come un "prete di strada", un’espressione che riassume il suo modo concreto e umano di vivere il Vangelo. Progressista nei temi sociali e pastorali, ma fedele alla dottrina, Zuppi è una figura che potrebbe mettere d'accordo molti e le sue caratteristiche sono apprezzate a sinistra.
MIGRANTI, GIUSTIZIA SOCIALE E POVERTÀ.
Il porporato 69enne, originario di Roma, ha sempre mostrato una forte sensibilità verso i temi sociali: accoglienza dei migranti, giustizia sociale, pace, povertà. In passato ha sostenuto il Reddito di cittadinanza, ha partecipato a manifestazioni contro la guerra, e ha parlato spesso della necessità di combattere le disuguaglianze.
DIALOGO CON LGBT
Ha assunto posizioni non tradizionaliste nel confronto col mondo musulmando ed è aperto al dialogo con la comunità LGBT+. Ha mostrato empatia verso famiglie non tradizionali, senza mai tradire la dottrina, ma spingendo per una Chiesa meno giudicante e più accogliente.
COMUNITÀ DI SANT'EGIDIO
La sua formazione è legata alla Comunità di Sant’Egidio, storicamente vicina ai temi della pace, del disarmo, della mediazione nei conflitti internazionali. Questo lo rende autorevole anche sul piano diplomatico.
UN BERGOGLIANO
Come Bergoglio, Zuppi è un pastore prima che un uomo di Curia. Rifiuta il clericalismo e mette al centro la persona, in particolare quella ferita o ai margini. Condivide la visione di una Chiesa "in uscita", meno autoreferenziale, più sinodale e attenta ai problemi del mondo reale. Anche lui parla spesso con linguaggio semplice, evocativo, capace di entrare nel cuore delle persone più che nei codici teologici. In Conclave, in sintesi, il collegio cardinalizio potrebbe convergere sul suo nome per continuare il cammino aperto da Francesco e portare a termine il percorso riformista e innovatore avviato dal pontefice argentino.