Si sono dati appuntamento ieri a  Mandas i sindaci dei comuni sardi nei cui territori sono stati individuati siti idonei per il deposito di scorie nucleari. Ribadiscono il "no" più convinto e inappellabile i primi cittadini di Siapiccia, Mogorella, Usellus, Assolo, Villa Sant'Antonio, Albagiara, Usellus, Nuragus, Nurri, Genuri, Setzu, Tuili, Turri, Ussaramanna, Gergei, Las Plassas, Pauli Arbarei, Mandas, Siurgus Donigala, Segariu, Villamar, Guasila, Ortacesus.

Una contrarietà, spiega il presidente di Anci Sardegna Emiliano Deiana, "motivata da ragioni politiche e generali, da motivazione oggettive legate ai luoghi che amministrano per le caratteristiche sociali, economiche, ambientali, paesaggistiche ed archeologiche e perché il modello di sviluppo che hanno scelto è incompatibile col Deposito Nazionale".

"Insieme all’Assessore regionale della difesa dell’ambiente Gianni Lampis e alla parlamentare Romina Mura - prosegue Deiana - abbiamo garantito la piena  vicinanza di tutta la Sardegna a quelle comunità che sarà ribadita nell’Assemblea dei 377 sindaci sardi che si terrà a Cagliari mercoledì 13. Quando sono stato eletto Presidente di Anci Sardegna avevo promesso a me stesso che sarei stato presente in qualunque parte della Sardegna dove ci fosse bisogno del mio aiuto e della mia presenza: questi luoghi, questi territori, queste persone hanno bisogno di tutta la Sardegna e di tutti i sardi, delle istituzioni unite, di tutti gli altri comuni, dei partiti politici, delle forze sindacali e sociali, delle forze produttive, delle realtà associative".

"Questa battaglia si vince tutti insieme come comunità sarda - è il commento del numero uno di Anci Sardegna -. Ora bisogna entrare nelle procedure e far valere, nei prossimi 60 giorni, le nostre buone ragioni a partire dal fatto che siamo un’isola e che i rischi del trasporto di rifiuti radioattivi nel mare non sono solo nostri ma di tutto il bacino del mediterraneo, a partire dalle regioni tirreniche italiane. Adesso bisogna essere inflessibilmente intelligenti: aiutare le comunità a fare buone osservazioni al procedimento, aiutare la Regione ad approfondire le ragioni generali e declinarle nel particolare, a far comprendere al Governo che c’è un popolo intero che dice No".