La Corte d'assise d'appello di Sassari, presieduta dalla giudice Maria Teresa Lupinu, a latere Plinia Azzena e Maria Grixoni, ha condannato a 12 anni di reclusione Lukas Saba, 20 anni, di Alghero, reo confesso dell'omicidio di Alberto Melone, all'epoca 19enne e amico dell'imputato, ferito mortalmente con un colpo di pistola.

La tragedia avvenne il 5 aprile 2019, all'interno di un appartamento di piazza del Teatro, nel centro storico della città catalana.

“È stato un tragico gioco. Non sapevo che la pistola fosse carica e non avrei mai sparato contro il mio migliore amico", disse Saba tre giorni dopo l’omicidio all'interrogatorio con il gip del Tribunale di Sassari, Antonello Spanu.

Il giovane è stato condannato in primo grado con rito abbreviato a 15 anni e 4 mesi. La Procura generale aveva chiesto per lui 13 anni e 4 mesi.

Ora, la Corte d'appello ha riconosciuto all'imputato, difeso dagli avvocati Gabriele Satta e Pasquale Ramazzotti, le attenuanti generiche e un parziale vizio di mente. Secondo alcune testimonianze raccolte dai carabinieri nell'immediatezza del fatto, il presunto omicida avrebbe girato per Alghero con la pistola nei pantaloni già dal pomeriggio. "L'ha puntata anche contro di me, come se fosse uno scherzo", ha raccontato uno di loro, fornendo questo dettaglio anche ai genitori della vittima, che è andato a trovare nella loro abitazione. "L'ho anche sgridato, gli ho detto di non fare sciocchezze e di lasciarla a casa - è la sua versione - perché era carica e poteva mettersi in qualche guaio".