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Spesso sulle loro spalle ci sono oltre 12 ore di carico di lavoro, doppi turni in reparto, si lavora sempre costantemente e abbondantemente protetti, ma alla fine le lacerazioni alle mani ci sono.
Un infinito lavoro degli “eroi silenziosi”, loro sono gli infermieri, medici e Oss che quotidianamente fronteggiano le emergenze-urgenze negli ospedali della città.
Ieri, il nostro giornale, ha pubblicato un pezzo che ha messo a nudo ciò che vive quotidianamente il personale sanitario in corsia: la foto-simbolo di Sabina Maoddi, l’infermiera in forza sempre a Is Mirrionis, col volto profondamente segnato dall’uso di mascherina e occhiali di protezione: tante ore senza staccare per gestire i casi più gravi e anche la mole di lavoro cosiddetto ordinario. Leggete qui https://www.sardegnalive.net/news/in-sardegna/44296/coronavirus-l-esercito-di-infermieri-e-medici-che-non-s-arrende-sabina-maoddi-i-segni-sul-viso-mascherina-e-occhiali-non-lamentatevi
Fabrizio Marcello, consigliere comunale ma anche nelle vesti di infermiere al nosocomio del Santissima Trinità, manda un invito accorato alle persone che ancora una volta non rispettano le disposizioni del Decreto sul Covid-19: “Ecco perché dobbiamo stare a casa, queste sono le mani dei colleghi che a fine turno. Prima di entrare nella camera a pressione negativa, indossano la tuta impermeabile, più i guanti sterili, mascherina ffp3, occhiali e poi il cappuccio, affinché ogni centimetro del corpo sia protetto. Poi si entra stanza a pressione negativa dopo aver indossato il secondo paio di guanti sterili. Si sta dentro la stanza per svariate ore per assistere i pazienti. Quando il turno finisce entri nella stanza per la svestizione, fai la doccia... Poi arriva il momento dove sei distrutto mentalmente... Sei distrutto non per il lavoro...ma perché poi devi rientrare a casa...li ci sono i tuoi figli piccoli...la tua famiglia...Speri che tutto possa andare bene. Non ti rimane che Sperare e Pregare”.