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L’Unione Sarda oggi ha pubblicato un articolo a firma di Maria Francesca Chiappe che si conclude con questa frase: “Per gli inquirenti: questa è una segnalazione anonima, pertanto non cercate chi la sta producendo ma appurate se il contenuto corrisponde a verità”.
La testimonianza anonima è riportata integralmente nelle pagine del quotidiano sardo dove si legge:
“Il mandante dell'omicidio di Dina Dore è Francesco Rocca, che ha assoldato per il compimento del delitto un giovane del paese di nome (...), minorenne all'epoca dei fatti. (...) aveva l'ordine di prelevare la vittima dall'abitazione e di portarla in una località del lago di Gusana, dove ci sarebbero state altre persone ad attenderlo. (...) fu introdotto nell'abitazione dove avvenne il fatto dentro il cofano della macchina di Francesco Rocca alle ore 14,30 circa, del giorno dell'uccisione. Francesco Rocca prelevò (...) nei pressi del bivio di Ollolai. (...) attese dentro il garage l'arrivo di Dina Dore. Una volta scesa dalla macchina cerco di immobilizzarla, a quel punto (...) la colpì, uccidendola. La legò come è noto a tutti ma, preso dalla disperazione e dalla paura, non riuscì a trovare le chiavi della macchina e a scappare con il corpo di Dina. Uscì fuori dal garage e scappò a piedi, passando nella gradinata che da San Antioco porta verso sa orte manna. Durante la fuga incontrò nella strada un giovane del paese e un ragazzino che più volte avete sentito. Francesco Rocca aveva promesso quale prezzo dell'operazione 140.000 euro.
(...) fu accompagnato al bivio di Ollolai da (...) inconsapevole di cosa doveva fare. Un terzo giovane doveva riportare dal lago il killer ma non sapeva niente del fatto che doveva commettere.
Altre persone a conoscenza del fatto pur non avendo partecipato a niente sono (...) e(...).”.
Intanto, domani a Nuoro, riprenderà in Corte d’Assise il processo a carico di Franceso Rocca, accusato di aver commissionato l’omicidio della moglie Dina Dore.