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“Ieri in IV Commissione abbiamo sentito l’Assessore Moro, e dalla discussione è emerso come il delegato regionale, coinvolto nella votazione nel Consiglio di Amministrazione per la fusione degli aeroporti, si sia astenuto. Perchè? Quali sono state le indicazioni per le quali non abbia preso una posizione a riguardo?”. È la denuncia di Maria Laura Orrù, consigliera regionale di Possibile, che commenta i lavori della IV Commissione - Governo del territorio, ambiente, infrastrutture, mobilità.
“Dal 22 Maggio dello scorso anno, quando richiedemmo una convocazione della Commissione, su questo tema c’è stato un silenzio assordante da parte di chi aveva il tempo ed i mezzi per potersi occupare di questo tema importantissimo. All’epoca ci era stata data assoluta garanzia della presenza pubblica nella compartecipazione, ma a leggere la situazione attuale questa condizione non mi sembra sia stata rispettata. E mi chiedo: quanto è stato investito fino ad oggi dalla Regione per garantire il funzionamento degli Enti gestori degli aeroporti?”, ribadisce Maria Laura Orrù.
“Non siamo aprioristicamente contrari ad una compartecipazione pubblico-privato nella gestione degli scali aeroportuali sardi, come non siamo contrari ad un sistema di gestione condivisa dei tre aeroporti, ma il punto focale della questione è il ruolo ed il peso della Regione in questa importantissima partita. – dice la consigliera regionale - Ritengo che sia di vitale importanza non solo la presenza ma la prevalenza della partecipazione pubblica, a garanzia del diritto costituzionale alla mobilità dei passeggeri, che può essere garantito solamente da un soggetto pubblico a garanzia delle esigenze lavorative, di salute, di studio e lavoro da e per la penisola e decidere le politiche di sviluppo, anche in termini turistici, con la gestione dei flussi dalle altre regioni d’Italia e d’Europa per la Sardegna. E ritengo altrettanto importante il coinvolgimento e la rappresentanza all’interno dei tavoli organizzativi dei territori che ospitano gli scali.”
“Le tre porte d’ingresso della Sardegna non possono esclusivamente rispondere a logiche di investimento privato, sono le vie che determinano il benessere e lo sviluppo dell’isola che la politica deve poter programmare, organizzare e gestire. Occuparsene adesso, a tempo scaduto, è un altro modo per non assumersi la responsabilità di quanto potrebbe accadere.”