In sei anni non si sono mai dati pace, urlando a gran voce la loro verità sul figlio Manuel Piredda, il muratore di 27 anni morto carbonizzato nell'incendio della sua abitazione di Bacu Abus, nel Sulcis, il 17 aprile 2011.

Dal rogo si era miracolosamente salvata la sua ex moglie, rimasta però sfigurata dalle fiamme. E' stata lei, fin da subito, ad accusare Piredda: "voleva uccidermi, mi ha cosparso di benzina e mi ha dato fuoco", questa la sua versione. Ora la riapertura del caso, con l'iscrizione di Valentina nel registro degli indagati per omicidio.

Roberta Mamusa e Giuseppe Piredda, padre e madre di Manuel, si dicono soddisfatti per la decisione assunta dalla Procura di Cagliari  dopo l'esposto presentato dal loro avvocato Gianfranco Sollai.

"C'è stata tanta sofferenza in questi anni per tutto il fango buttato su Manuel - dice la madre davanti alle telecamere del Tg3 Sardegna - Per sei anni lo hanno chiamato 'mostro', ma ora siamo tra virgolette soddisfatti, anche se per noi è comunque molto doloroso. Ci fa tanto male il solo pensare che ci sarà l'autopsia, anche se sappiamo che il corpo di nostro figlio potrebbe essere riesumato".

I genitori del muratore raccontano poi di essersi sempre opposti al matrimonio del figlio con Valentina.

"Abbiamo fatto di tutto perché non si sposassero - conferma papà Giuseppe, svelando un presunto clima conflittuale nella coppia - Bisticciavano anche molto: mio figlio l'aveva anche mandata via, ma poi dopo un pò di giorni era tornata".

Ora sarà la Procura a riprendere in mano l'inchiesta chiusa per morte del reo e capire come sono andate realmente le cose.