"La giovane età dei due soggetti unite alla gravità degli atti sono in grado di comprovare la sussistenza delle esigenze cautelari. Parliamo di ragazzi che non esitano a sparare per nulla, parliamo di soggetti che continuano dopo oltre un anno dall'omicidio a cercare la pistola presa a Orune a Paolo Enrico Pinna".

Lo scrive il Gip del tribunale di Nuoro, Mauro Pusceddu, nell'ordinanza di 54 pagine a carico di Alberto Cubebbu, il 21enne di Ozieri arrestato con il cugino 18enne, Pietro Paolo Pinna, di Nule, per gli omicidi di Gianluca Monni, 19 anni, e Stefano Masala, 28 anni, di Nule.

"I due si agitano attorno alla pistola e alle armi, che dalle intercettazioni sappiamo usare con abitualità - scrive ancora il giudice -. A questo si aggiunge il profilo di Cubeddu: un succube incapace di resistere a ogni suggerimento del cugino e ad ogni suo desiderio criminale. La misura cautelare in carcere appare proporzionata all'entità dei fatti e alla sanzione che potrà essere irrogata", conclude il Gip.

L’Unione Sarda oggi in edicola, invece, riporta alcune frasi di una intercettazione ambientale in cui Alberto Cubeddu ammetterebbe, parlando con lo zio, di essere stato a Orune proprio nella mattina del delitto di Gianluca Monni.

 

Alberto Cubeddu : Chi bi so annadu ad Orune (Ci sono andato a Orune).

Zio : A itte faghere a Orune? A sas sette e mesa a Orune? Eh? (Che vai a fare a Orune, alle sette e mezza a Orune? Eh?)

Alberto Cubeddu : Deo b'apo cursu . (Io ci ho fatto sesso).

Zio : Eeeee itte est..!