In Sardegna i fuochi accesi in onore di Sant'Antonio abate, tra riti, misteri e antiche leggende, segnano l'inizio ufficiale del Carnevale e in alcuni paesi coincidono con la prima uscita delle maschere tradizionali.

Nella piazza San Nicola di Ottana, oggi alle 16, dopo la funzione religiosa che terminerà con la benedizione del falò chiamato “su ogulone”, boes e merdules si raduneranno intorno al fuoco per “Sa prima essia”.

Anche a Orotelli tutto è pronto per “Sant'Antoni 'e su vocu” e dopo la celebrazione della santa messa (sempre alle 16), la benedizione del fuoco e la processione religiosa attorno al falò, i thurpos, con i loro volti coperti di nero, riproporranno il rito ancestrale e propiziatorio. Tutta la comunità orotellese si riunisce in cerchio e gusta “su pane tundu e su pistiddu” benedetto durante la sacra cerimonia.

A Desulo (ore 17), nella piazza della vecchia chiesa del rione di Issiria, già da giorni è pronta una catasta di legna che è stata accuratamente posizionata per i festeggiamenti in onore di Sant'Antonio, patrono del paese. Le fiamme brilleranno anche nella piazza Gennargentu di Ovodda (ore 18), dove si radunerà la comunità intorno a “sa tuffera” per rinnovare il rito collettivo.

A Sorgono - appuntamento alle 16 - “sa tuvera” è il teatro per l'incursione de is arestes e s'urtzu pretistu, maschere tradizionali recuperate nel 2011 in seguito a numerose ricerche curate dall'Associazione Culturale Mandra Olisai.