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Non solo ad amministratori, ma anche a sindacalisti, imprenditori, militari, eccetera. Dal 2011 al 2013 un totale di 1108 casi. Lo dicono i dati emersi questa mattina nel convegno "Atti ritorsivi e intimidatori nei confronti degli amministratori locali e soggetti esercenti pubbliche funzioni nel territorio regionale sardo" organizzato dall'Assessorato regionale degli Affari generali.
In particolare, i numeri arrivano dal lavoro presentato dai ricercatori Sara Spanu e Daniele Pulino dell'Osservatorio sociale sulla criminalità dell'Università di Sassari. La zona più a rischio è quella centro-orientale.
Il 25 per cento degli attentati sono avvenuti nella provincia di Nuoro: 280 episodi, 48 nel capoluogo. Al secondo posto c'è la provincia di Cagliari (17 per cento) con 184 casi nel centro principale. Olbia-Tempio è terza con 176 episodi, 16 per cento in Sardegna. Sassari è al quarto posto (13 per cento) con 148 attentati, 51 nel capoluogo. Seguono Oristano (10 per cento), Ogliastra e Carbonia Iglesias, 8 per cento a testa. La palma della provincia più tranquilla va al Medio Campidano, 2 per cento con appena 26 attentati.
I più colpiti sono gli imprenditori-lavoratori in proprio: nel mirino nel 48 per cento dei casi. Poi ci sono i dipendenti (21 per cento), i militari-forze dell'ordine (12 per cento), gli amministratori (6 per cento), i politici (4 per cento), i sindacalisti (1 per cento).