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“Parole e musiche per ricordare”: versi poetici, periodi di prosa, note con tre corde e un pianoforte per dare senso alla Giornata della memoria nata nel 2005 con una risoluzione delle Nazioni Unite.
La Fondazione di Sardegna, nelle proprie sedi di via Carlo Alberto a Sassari (venerdì 27 gennaio) e nell’auditorium di via san Salvatore da Horta a Cagliari (lunedì 30 gennaio alle 19) propone il ricordo della liberazione del campo di concentramento nazista di Auschwitz avvenuta il 27 gennaio del 1945 da parte dellee truppe dell’Armata Rossa. Una drammatica pagina della storia del secolo scorso che ha visto protagonista, per la sua parte, anche la Sardegna, con tanti giovani prigionieri di guerra dal SudAfrica all’India, dalla Polonia alla Germania, non solo nei campi di prigionia ma, talora, anche nei campi di concentramento.
Il tema proposto dalla Fondazione recita: “La giornata della memoria e la Sardegna nella letteratura”. E si inizierà con le voci recitanti di Sante Maurizi (a Sassari) e di Elio Turno Arthemalle (a Cagliari): i due registi-attori avvieranno il ricordo delle atrocità dei lager con la lettura del capolavoro di Primo Levi: «Considerate se questo è un uomo/ Che lavora nel fango/ Che non conosce pace/ Che lotta per mezzo pane/ Che muore per un sì o per un no». Seguiranno le letture di brani di tre autrici che hanno segnato la letteratura del Novecento e del dopoguerra. A Sassari Chiara Cuccuru e a Cagliari Chiara Effe proporranno brani dai Diari di Anna Frank, di Etty Illesum e dal romanzo “Suite francese”di Irène Némirovsky.
Altri testi classici della letteratura del dopoguerra verranno proposti da “La notte” di Elie Wiesel e dal capolavoro di Giulio Bedeschi “Centomila gavette di ghiaccio”. Come Wiesel, con un romanzo autobiografico, Bedeschi ha saputo raccontare le esperienze di giovane ebreo ortodosso deportato con i propri familiari rumeni nei campi di Auschwitz e Buchenwald tra il 1944 e il 1945, così Bedeschi ha saputo restituire il dramma vissuto dai soldati italiani della Julia nel gelo del Don e della Russia. Era stato Carlo Bo, rettore dell’università di Urbino, uno dei più autorevoli critici letterari che abbia avuto Il Corriere della Sera nel Novecento, a scrivere: «Le pagine di Bedeschi sono pagine di una tragica cronaca del passato prossimo ma che non si esauriscono nell'ambito di quel tempo e di quegli uomini e ci riportano a ragioni e domande che fanno parte della nostra storia assoluta, qual è quella del cuore umano, nel dolore e nella morte».
L’accompagnamento musicale delle due serate per la Giornata della memoria, con brani originali, è a cura dello “Stefano Guzzetti Ensemble”, con Stefano Guzzetti (pianoforte), Sara Meloni (violino), Giulia Dessy (viola) e Gianluca Pischedda (violoncello). Musiche originali e adattamenti personali, brani amati come la colonna sonora di Nicola Piovani dal film premio Oscar “La vita è bella” di Roberto Benigni ma anche note come la Lili Marlene interpretata da Marlene Dietrich e le italiane “Addio Lugano bella” e “Fischia il vento”.
Fonte: Fondazionedisardegna.it