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Il castello di Burgos è una fra le fortezze medievali più ricche di storia e di memorie di tutta la Sardegna. Sorge sopra un picco granitico da cui domina il territorio del Goceano, nei suoi 650 metri di altezza. Fu costruito attorno al 1134 per volontà di Gonario II giudice di Torres, costituito da una triplice cinta di mura a forma di ‘U’, realizzate con blocchi di granito e pietrame a loro volta rivestiti di mattoni e compattati con malta. Da sempre considerato uno dei manieri più accuratamente fortificati, nel 1194, durante la rivalità tra i giudici Guglielmo di Cagliari e Costantino di Torres, quest’ultimo vi mise al riparo la moglie Prunisenda, lasciando a presidio solo una piccola schiera, e con gran parte delle truppe si portò nei punti ritenuti più minacciati. Tuttavia, Guglielmo riuscì a conquistare il castello e fece prigioniera la regina, che violentò e portò in un’altra fortezza dove lei morì.
FUCINA DI LEGGENDE. Gli antichi cantastorie narrano che l’anima di Guglielmo vaga di notte tra i ruderi della rocca, inseguita da stormi di uccellacci mentre invoca il perdono della regina. È una delle tante leggende che la fortezza si porta con sé, ma, quella di cui vogliamo raccontare oggi, è la leggenda di Don Blas d’Aragona, spaventoso fantasma di cui si narra faccia guardia a un favoloso tesoro nascosto nel castello di Burgos. Descritto come gigantesco e demoniaco, pare incenerisca chiunque osi avvicinarsi e disturbarlo. In vita fu un guerriero invincibile, approdato sulle coste isolane durante il periodo della dominazione spagnola. Per anni perseguitò e vessò i contadini sardi, trucidando chiunque si opponesse alle sue smanie di conquista.
CUSTODE DEMONIACO. Dopo la sua morte, la sua anima continuò a vagare, condannata ad aggirarsi per l’eternità nelle segrete del castello di Burgos per sorvegliare un immenso tesoro. Si narra che un giorno un pastore, alla ricerca di una pecora smarrita, si spinse sino ai sotterranei del maniero. Mentre vagava nei corridoi delle rovine, questi urtò qualcosa col piede. Acceso un fiammifero per far luce in quel luogo in penombra, si trovò davanti un paiolo ricolmo d’oro. Si rese subito conto che si trattava del tesoro del castellano che un tempo, vistosi con le spalle al muro per l’assedio delle truppe nemiche, lo aveva fatto occultare nei sotterranei sperando di poter tornare un giorno a riprenderlo.
Tuttavia, poco prima di afferrare il prezioso gruzzolo, rammentò la leggenda del fantasma del castello e desistette dal portarlo con sé, correndo via spaventato. Decise di recarsi in paese per informare il parroco di quanto accaduto, chiedendogli di leggergli le sacre scritture. Il religioso, incuriosito da quanto aveva appena appreso, decise lui stesso di recarsi nella fortezza armato di libro sacro per scacciare i demoni, accompagnato dal sacrestano. Arrivati al castello, al calar del sole, scesero muniti di torce nei sotterranei, dove il pastore aveva raccontato di aver trovato la cassa. Ed ecco che, seguendo le indicazioni del compaesano, la trovarono e, spavaldamente, si accinsero ad afferrare la prima moneta, quando alle loro spalle si prostrò la spaventosa figura del fantasma di Don Blas.
Un profilo imponente e spaventoso, come lo era stato in vita, che assomigliava al diavolo in persona. I due religiosi si adoperarono immediatamente nella recita delle letture sacre, convinti che sarebbero bastate ad annientarlo, ma non fecero in tempo ad aprir bocca che lo spirito riversò una pioggia di fuoco sui due malcapitati incenerendoli. Da allora nessuno ha mai più visto il tesoro del castello di Burgos. Si racconta che Don Blas lo abbia nascosto nei più remoti e oscuri angoli del castello, al riparo da occhi indiscreti. Ancora oggi il suo spirito vaga fra le mura del maniero medievale, custodendo gelosamente quell’antico tesoro che da secoli dimora nei sotterranei.