La libertà dalle accise e dall'Iva parte da Giave, un paesino con poco più di 500 abitanti nel cuore del Meilogu. Qui dal primo gennaio l'intero territorio comunale è stato dichiarato zona franca.

Una provocazione con cui la battagliera sindaca Maria Antonietta Uras sfida tutte le istituzioni sovraordinate, ma anche le società petrolifere, per strappare alla pompa 70 centesimi al litro per benzina e gasolio.

"La mia è chiaramente una provocazione - conferma all'ANSA la prima cittadina - So bene che per attuare veramente la zona franca servono atti ben più importanti, ma le mie azioni non sono campate in aria".

"Gli atti che il Comune di Giave ha adottato sono basati su precise leggi nazionali e regionali, e sono stati deliberati dopo aver consultato giuristi ed esperti fiscali di alto livello", chiarisce la sindaca.

La rivoluzione capitanata dalla prima cittadina è iniziata al distributore di benzina Q8 di Campu Giavesu, sulla statale 131. Il 30 dicembre ha inviato una pec alla Kuwait Petroleum Spa e al gestore della stazione di servizio comunicando che, con l'inizio del nuovo anno, "la popolazione residente e le imprese giuridiche con sede legale nel territorio comunale usufruiscono dell'esenzione totale dell'Iva e delle accise sulla benzina, sul gasolio e sul petrolio, oltre a tutti gli altri beni di consumo trattati nel vostro punto vendita".

Una strada che fra i fiscalisti desta qualche perplessità.

"Non entriamo nel caso specifico del Comune di Giave, ma le norme sulla zona franca sono molto articolate e complesse, ed esistono delle leggi comunitarie che sono sovraordinate a quelle nazionali e regionali", precisa il presidente dell'Ordine dei commercialisti di Sassari, Giovanni Pinna Parpaglia.

Il passo azzardato della sindaca non è piaciuto al Pd. "E’ ora di raccontare ai sardi la verità - dice il segretario dem Giuseppe Luigi Cucca - la zona franca in Sardegna non esiste, non vi sono né i presupposti giuridici né le condizioni economiche per realizzarla. E’ una chimera propagandata da persone che agiscono in mala fede solo per ottenere visibilità e consenso in piena campagna elettorale".