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Due giovani fratelli di Sarule, Alessio e Antonello Vilia, maestri del ferro battuto, calcano le terre di Vittorio Veneto per celebrare e tenere fermi la memoria e l’esempio dei loro coetanei sardi (tra cui tanti dello stesso paese di Sarule, medaglia al valore) che cent’anni fa forse non avevano un’idea precisa delle motivazioni della guerra, ma che sicuramente sapevano cosa fosse la libertà individuale e della propria gente, dando prova, finanche all’estremo sacrificio, di solidarietà, coraggio e fierezza delle proprie origini.
Ebbene, i due ragazzi sarulesi, titolari dell’AV METAL snc, dopo una prima selezione per una loro produzione inedita, sono presenti nella città veneta, simbolo della vittoria e della conclusione della Grande Guerra, per partecipare a concorso annuale “Prima Linea” – edizione 2015 (la prima delle quattro previste) - indetto dalla Confartigianato di Vittorio Veneto, Marca Trevigiana, Fondo Plastico, e rivolto ai maestri del ferro battuto nel quadro delle manifestazioni organizzate per il centenario del primo conflitto mondiale.
Da ieri e fino al 14 novembre, a Vittorio Veneto, presso il museo dell’omonima battaglia, sono esposte in una mostra 12 opere artigianali, di cui due provenienti dall’estero. Tutte le produzioni in ferro sono incentrate sul tema posto a base del concorso e riguardante, in particolare, la sensibilità e la fantasia dell’artista rispetto al suggerimento che lo stesso ha potuto ricavare dagli eventi bellici 1915 descritti nel bando.
L’opera realizzata dai fratelli Vilia ha per titolo “Tr(u)mas”. La descrizione è degli stessi autori. "Il titolo, in lingua sarda, significa “Gruppo”. La “U” tra parentesi vuole porre l’accento sulla parola “Unione”. L’opera rappresenta la storia di una terra, la nostra terra sarda, e di uno stato d’animo. I materiali scelti per realizzarla e per rappresentarla sono il ferro, un materiale molto presente nella nostra regione e l’acciaio inossidabile. La tessitura, fiore all’occhiello dell’artigianato sardo, è presa come un’altra fonte d’ispirazione. Gli elementi dell’opera si intrecciano creando una trama. Una struttura formale che, nel punto più alto si separa in due elementi, quasi in fuga prospettica, trasformandosi in una mano rappresentata nell’atto di sorreggere un nodo.
Una mano in acciaio inossidabile. Il nodo è simbolo di promessa, d’incontro duraturo, fiero. La “trama” che forma la base dell’opera è simbolo dell’intesa come insieme delle vicende attorno a cui si sviluppa quest’opera e come insieme di fili del destino degli uomini che, se uniti, formano un “tessuto” duraturo e forte nel tempo.
Con quest’opera vorremmo, come artigiani sardi, mandare un messaggio dalla Sardegna alla Penisola, da troppo tempo impegnata in una crisi: solo la volontà di collaborazione e di condivisione potrebbero tirarla fuori da questo stato. Trame su cui scrivere una nuova storia o, meglio, trame in cui porre tanti fili e unirli per il medesimo scopo e il medesimo destino. Il tutto mediante l’aiuto reciproco. Il tutto mediante una mano che unisce e sorregge".
L’opera di Alessio e Alessandro, esaustiva in propositi e intendimenti, oltre che naturalmente su quel piano stilistico-tecnico che ne qualifica la rilevanza di un lato artistico di prim’ordine, ha risposto in modo altrettanto compiuto e sobrio al messaggio insito nel tema messo a concorso, “TRAME….alleanze e condivisioni”, per la prima edizione del Premio PRIMA LINEA.
“Per Trame”, è scritto nel bando,”s’intendono i rapporti, le alleanze, le condivisioni che possono creare arricchimento all’interno delle aziende e dei rapporti interpersonali. Sono concetti legati al “fare rete”, con l’unione di intenti, di valori e obiettivi comuni per portare ad un percorso di crescita”.
La memoria dei nostri caduti e la lezione di una guerra mai giusta, come tutte le altre, costituiscono la nostra