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La Procura di Cagliari ha disposto il sequestro di oltre 400 tonnellate di formaggio Fiore sardo, per il sospetto che la lavorazione prevista per avere il marchio Dop non sia stata eseguita secondo protocollo. Nell'operazione sono state coinvolte otto aziende dell’Isola, i cui titolari sono finiti sotto indagine per “contraffazione di indicazioni geografiche o denominazioni di origine dei prodotti agroalimentari”.
L’inchiesta coordinata dalla pm Maria Virginia Boi - fa sapere l'Unione Sarda -, ipotizza l’utilizzo di latte pastorizzato anziché crudo e riguarda le aziende “Sepi Formaggi” di Macomer, “Sarda Formaggi” di Buddusò e Olbia, “Caseificio Sias” di Borore, “Ica di Ennio Argiolas” a Dolianova, “La fattoria del Gennargentu” di Fonni, “Società agricola Busia e Mulas” di Siamanna, “Lacesa” di Bortigali e “Società semplice agricola fratelli Manca” di Cabras.
Ieri a Cagliari è stato avviato il procedimento del riesame e gli avvocati Massimo Macciotta, Gianluca Damiano, Antonello Garau, Nicola di Benedetto ed Edoardo Vassallo hanno chiesto ai giudici l'annullamento dei sequestri per “mancanza dei presupposti”. Secondo le analisi effettuate su alcuni campioni, sarebbe emerso il basso valore di un enzima la cui presenza si riduce quando il formaggio viene sottoposto a trattamenti termici: da qui il sospetto che nella lavorazione fosse stato usato il latte pastorizzato.
Tuttavia i legali sostengono che l’abbattimento di quell’enzima dipenda dal rispetto della procedura di “scottatura” e non dalla pastorizzazione. Il Tribunale si è riservato la decisione.