Il pentito Mauro Fele, gravemente malato e ricoverato in ospedale a Milano, già condannato all'ergastolo, con una lettera alla Corte d'Assise d'Appello si è accollato la responsabilità del duplice omicidio del pozzo di Manasuddas, avvenuto nell'ottobre del 2007, discolpando i due suoi presunti complici.

"Dichiaro di essere stato l'unico ad uccidere. Gli altri sono estranei ai reati contestati. Ho ucciso prima Mastrone e dopo qualche tempo Cocco nei pressi del pozzo di Manasuddas. Non sono disponibile a ulteriori interrogatori".

 

E’ il colpo di scena accaduto questa mattina nel processo-bis di secondo grado, dopo che la prima sezione penale della Cassazione aveva accolto il ricorso dei difensori di Sebastiano Pompita e Mario Deiana contro la sentenza della Corte d'assise d'Appello di Sassari.

I giudici di secondo grado, lo scorso 18 novembre 2011, avevano condannato i due all'ergastolo per il duplice omicidio di Manasuddas, dove vennero uccisi Pietrina Mastrone, disoccupata di Oliena, e Tiziano Cocco, camionista di Samassi, gettati in un pozzo nelle campagne di Oliena. Il processo è in corso, il collegio della Corte d'Assise d'Appello presieduto da Grazia Corradini deve decidere se ascoltare oggi altri testimoni.