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Non solo i sindaci, anche gli ordini provinciali dei medici e degli odontoiatri della Sardegna si schierano dalla parte dei contrari allo stoccaggio di rifiuti radioattivi nell'Isola. Nella carta nazionale delle aree potenzialmente idonee ad ospitare il deposito nazionale, 14 su 67 fanno parte del territorio sardo.
"I sardi abitano già nella regione che ospita la maggiore estensione di siti inquinati di interesse nazionale, quali quello di Porto Torres, uno dei cinque più pericolosi, del Sulcis, nonché di aree destinate ad attività militari: Quirra, Teulada, Capo Frasca", scrivono i medici in una nota.
"Il 60% del demanio militare dello Stato è allocato nell'Isola, qui vengono effettuati i 4/5 delle sperimentazioni con esplosivo. All'interno di buona parte di tali aree - sottolineano - sono stati segnalati problemi ambientali e di salute".