C'è attesa a Nuoro per la sentenza della Cassazione prevista in serata e che dirà se il processo a carico di Francesco Rocca, accusato di essere il mandante dell'omicidio di sua moglie Dina Dore, avvenuto a Gavoi nel marzo del 2008, proseguirà davanti alla Corte d'Assise del capoluogo barbaricino o verrà spostato in altra sede.

La richiesta di trasferimento era stata avanzata dai legali di Rocca, gli avvocati Mario Lai e Angelo Manconi, perché a Nuoro a loro dire non vi sarebbero più "le condizioni di serenità ambientale per proseguire il dibattimento".

Prima di ritirarsi in camera di consiglio, i giudici della Suprema Corte sentiranno i difensori dell'imputato e gli avvocati di parte civile, Mariano e Massimo Delogu e Francesco Congiu, che rappresentano la famiglia Dore e la figlia della vittima. Il processo si era fermato il 23 ottobre scorso quando il perito nominato dalla Corte, il professor Ernesto D'Aloia, responsabile dell'istituto di medicina legale di Cagliari, aveva dato una prima risposta sul Dna trovato nello scotch che avvolgeva la vittima e risultato, secondo l'esperto, non compatibile con quello del padre del supertestimone Antonio Lai.

Il 23 dicembre - sempre che il processo venga confermato a Nuoro - il prof. D'Aloia consegnerà l'esito della seconda fase dello studio su un altro nastro utilizzato per immobilizzare Dina Dore e mai preso in considerazione per le analisi