PHOTO
Slitta al 26 aprile la decisione del Gup di Nuoro Claudio Cozzella sul rinvio a giudizio di Alberto Cubeddu, il giovane di 21 anni di Ozieri accusato degli omicidi dello studente Gianluca Monni, 19 anni di Orune, e di Stefano Masala, di 29 di Nule, uccisi tra il 7 e l'8 maggio 2015.
Il giudice ha accolto la richiesta dei difensori dell'imputato per l'acquisizione della mappatura dei ponti radio che hanno agganciato le celle telefoniche tra Ozieri e Pattada la sera dell'8 maggio 2015.
In quei tracciati vi sono le prove delle conversazioni tra Alberto Cubeddu e Alessandro Taras, il supertestimone che sostiene di aver visto il 21enne di Ozieri incendiare l'auto di Stefano Masala la sera dell'omicidio dello studente. Per la Procura Masala sarebbe stato ammazzato il giorno prima e il suo corpo fatto sparire.
Da qui anche la contestazione di occultamento di cadavere, mai trovato finora. Oggi si è costituita parte civile, con l'avvocato Margherita Baragliu, anche Eleonora Pala, all'epoca fidanzata di Gianluca Monni.
La giovane sarebbe stata la causa della rissa scoppiata a Orune nel dicembre 2014, in una sala da ballo, in occasione di una festa paesana, tra lo studente e Paolo Enrico Pinna, il cugino di Cubeddu, allora minorenne, già condannato a 20 anni di carcere per il duplice omicidio. Il ragazzo avrebbe fatto apprezzamenti pesanti nei confronti di Eleonara, provocando la reazione di Monni e dei suoi amici.
Usciti 'umiliati' da quella lite, Cubeddu e Pinna - questa la ricostruzione dell'accusa - avrebbero maturato una vendetta spietata decidendo di uccidere lo studente e di utilizzare Masala, un giovane buono, facile preda dei più forti del gruppo, per organizzare l'agguato usando la sua auto, eliminandolo fisicamente e facendo sparire il suo cadavere con lo scopo di far ricadere la colpa su di lui. Nell'udienza del 26 aprile, il Gup dovrà deciderà anche sulle richieste di rinvio a giudizio nei confronti di altri quattro imputati minori: il supertestimone Alessandro Taras, accusato di concorso nell'incendio dell'auto di Masala, lo zio di Paolo Enrico, Francesco Pinna, lo stesso Paolo Enrico - per loro la contestazione è di minacce a Taras - e di Antonio Zappareddu, entrato nel processo per detenzione e porto illegale di armi.
I difensori di Taras, di Paolo Enrico Pinna e di Zappareddu hanno chiesto per i loro assistiti il rito abbreviato. In aula erano presenti sia Alberto Cubeddu che Paolo Enrico Pinna, accompagnati dalle guardie carcerarie, oltre ai familiari di Gianluca Monni e Stefano Masala e a quelli dei due cugini.