E’ stato condannato a 20 anni di carcere Paolo Enrico Pinna, il 19enne di Nule, minorenne all'epoca dei fatti, accusato di aver ucciso tra il 7 e l'8 maggio 2015 Gianluca Monni e Stefano Masala con la complicità del cugino Alberto Cubeddu, di 21 anni.

Si tratta della prima sentenza del processo per gli omicidi dei due giovani.

Il giudice del Tribunale dei Minori di Sassari Antonio Minisola si è ritirato in camera di consiglio intorno alle 9:30 e alle 16:05 è arrivato il verdetto.

L'accusa aveva chiesto che Pinna fosse condannato a 20 anni di reclusione, il massimo della pena per questo tipo di processo. 

Per la difesa, sostenuta dagli avvocati Agostinangelo Marras e Angelo Merlininon è stata dimostrata la presenza di Pinna a Orune la mattina dell'omicidio di Gianluca Monni.

Quel terribile 8 maggio 2015, studente di 18 anni di Orune fu ucciso con tre fucilate nella via principale del paese della provincia di Nuoro mentre aspettava il pullman per andare a scuola. Stefano Masala, invece, la cui auto secondo gli inquirenti è stata usata dai killer per l’omicidio e trovata poi bruciata nelle campagne di Pattada, sarebbe stato ucciso perché nessuno potesse raccontare la verità. 

Secondo l’accusa del pm, Masala, di cui non è stato mai trovato il corpo, sarebbe stato ucciso da Pinna la sera del 7 maggio. Il 19enne di Nule aveva bisogno di un'auto e non avrebbe esitato a uccidere il compaesano per servirsi della sua Opel e far ricadere la colpa su di lui.

Diversa la tesi della difesa. Secondo quest’ultima Stefano Masala avrebbe partecipato all'omicidio di Gianluca Monni l’8 maggio e dunque non sarebbe stato ucciso da Pinna la sera del 7. 

La famiglia Monni è difesa dagli avvocati Rinaldo Lai, Antonello Cao e Margherita Baragliu.

 

Assieme a Paolo Enrico Pinna è accusato dei due omicidi anche il cugino Alberto Cubeddu, di Ozieri.

Nella foto a sinistra Paolo Enrico Pinna, a destra Albero Cubeddu