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A cinque giorni dalla sentenza del processo contro Francesco Rocca, il dentista di Gavoi accusato di essere il mandante dell'omicidio della moglie Dina Dore avvenuto a Gavoi nel marzo 2008, quando tutto il dibattimento stava volgendo alla conclusione nell'udienza di oggi un colpo di scena: la difesa di Rocca ha chiesto un confronto in aula tra periti sul Dna trovato sulle bende che avvolgevano il cadavere.
Gli avvocati hanno sollecitato un contraddittorio fra gli esperti: il perito della Corte, il professor Ernesto D'Aloja, che aveva sconfessato il perito della difesa Andrea Maludrottu secondo il quale il profilo genetico ritrovato sulla scena del delitto apparterrebbe a un consanguineo del padre del supertestimone, ed un nuovo perito della difesa, il professor Emiliano Giardino uno dei più importanti genetisti forensi a livello nazionale, colui che ha ricostruito il profilo genetico dell'ignoto sul caso di Yara Gambirasio.
Al superconfronto il Pm della Dda di Cagliari, Danilo Tronci, si oppone, "perché - spiega - il primo perito di parte della difesa dottor Maludrottu, durante l'esposizione di D'Aloja non ha mosso nessuna opposizione". Il Pm si è opposto, fra l'altro, anche a un'altra richiesta della difesa, cioè che la Corte acquisisca gli scontrini dei bar di Gavoi dell'1 aprile 2008 quando Pierpaolo Contu, condannato in appello come esecutore materiale del delitto, confessò al supertestimone del processo, Stefano Lai, l'omicidio su mandato di Rocca.
La difesa contesta la ricostruzione del supertestimone perché all'ora indicata i bar a Gavoi erano chiusi. La Corte si é ritirata in camera di consiglio. Nell'udienza di oggi ci dovrebbe essere l'esame dell'imputato da parte dei suoi legali, Mario Lai e Angelo Mancini.