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La Polizia di Stato, coordinata dalla Procura della Repubblica di Oristano, ha portato a termine una complessa attività di indagine antidroga. L’operazione, denominata “The Butcher”, è stata condotta dagli uomini della Squadra Mobile della Questura che sono riusciti, grazie ad approfondite investigazioni su scala provinciale, ad ottenere l’avviso di garanzia con il termine delle indagini preliminari di 14 soggetti residenti nel comune di Oristano, Palmas Arborea e Masullas, tutti responsabili a vario titolo di una intensa attività di produzione, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti.
La vasta operazione ha visto all’opera oltre 80 uomini tra Questura di Oristano, Reparto Prevenzione Crimine Sardegna, Reparto Volo di Fenosu, Unità Cinofile della Polizia di Stato di Abbasanta e Unità cinofile della Guardia di Finanza.
Il risultato è arrivato grazie al materiale accusatorio, raccolto dopo numerosi appostamenti e pedinamenti di tipo tradizionale, l’attività sul territorio è stata corredata da un’intensa indagine supportata da attività tecniche, grazie alle quali si è riusciti ad individuare i luoghi in cui il sodalizio criminale custodiva chili di stupefacente da immettere nel mercato oristanese. Nel corso dell’attività di accertamento e ricostruzione sono stati eseguiti numerosi sequestri penali di marijuana.
È stato appurato che il gruppo malavitoso si occupava della coltivazione di migliaia di piante di canapa indiana, per poi lavorarle ed avere il prodotto da spacciare per tutto l’anno. Erano gli stessi componenti del sodalizio criminale a mettere a disposizione i propri terreni e la manovalanza per gestire le piantagioni illegali. A tal riguardo, è stata effettuata una stima dello stupefacente immesso sul mercato di questa provincia per circa una tonnellata di marijuana.
Caratteristica peculiare delle piante coltivate dagli indagati è l’elevatissimo principio attivo, ossia l’effetto drogante, il loro THC ha toccato punte del 25,6 %, dato molto preoccupante che evidenzia una continua ricerca sulla genetica della marijuana al fine di poter creare un prodotto sempre più di maggiore qualità per poter così monopolizzare il mercato.
L’inchiesta ha permesso di raccogliere le prove a carico di tutti i soggetti coinvolti, talvolta colpiti dall’emissione di diverse misure cautelari emesse dalla Procura della Repubblica o arresti in flagranza di reato.
Con l’indagine è stata ricostruita l’intera filiera dello stupefacente sequestrato, evidenziando una particolare intuizione imprenditoriale del gruppo. Questi infatti, avevano deciso di produrre autonomamente lo stupefacente, quasi a costo zero permettendosi quindi di spacciarlo, sia al dettaglio che a livelli intermedi, ad un prezzo molto competitivo, per entrare a gamba tesa nel mercato di questo territorio e, grazie anche all’altissima qualità/tossicità del prodotto, di monopolizzarlo.