Il fantastico mondo della tradizione isolana, di cui spesso abbiamo raccontato, trova nelle tinte cupe di leggende spettrali e racconti angoscianti terreno fertile. Si perde infatti il conto delle località isolane nelle quali si tramandano storie più o meno antiche - siano esse totalmente fittizie o celate dietro un apparente sfondo di verità - che in passato potevano essere utilizzate come monito alla popolazione per spingerla a osservare determinati comportamenti, o piuttosto a fasce più esigue di essa, come quando le si raccontava ai bambini perché rigassero dritti.

LA DAMA BIANCA. Uno dei racconti più affascinanti sul tema è collegato al Comune di Sant'Antioco, nel Sud Sardegna. Si narra infatti che, nei pressi delle mura diroccate del Nuraghe Femminedda, vaghi lo spirito irrequieto di una giovane dama vestita di bianco. Secondo la leggenda si tratterebbe dello spirito di una donna, chiamata appunto dagli abitanti Femminedda, che venne decapitata dopo un processo sommario. La testa venne sepolta nel cuore del paese, mentre il resto del corpo fu trasferito in una chiesa sconsacrata poco distante.

LEGGENDA DI UN PROCESSO. Pare che la fanciulla fosse accusata di aver commesso un presunto crimine infamante, non meglio identificato. Le autorità decisero di sfruttare la vicenda come pretesto per lanciare un monito a tutta la popolazione, attraverso un'esecuzione affrettata e cruenta che innalzasse la vittima a modello da non seguire. Così, dopo la morte il corpo venne frammentato e i resti sepolti in due luoghi separati. Da qui la leggenda secondo cui l'anima della Femminedda sarebbe costretta a vagare senza pace lungo i sentieri di campagna e per le vie del centro, in attesa che, un giorno, testa e corpo vengano riuniti e sepolti insieme in un luogo consacrato.

DA SANT'ANTIOCO A STINTINO. Si vocifera che, nelle notti particolarmente ventose, nei pressi del nuraghe si odano delle urla strazianti, che sarebbero da ricondurre all'anima in pena. Un'altra versione, altrettanto nota, è quella della Femminedda di Stintino. Il racconto è pressoché uguale, mutando in esso soltanto i luoghi che vedono lo spettro protagonista. I cantos del posto raccontano come l'anima della giovane si aggiri ancora per le vie del paese, tra il porticciolo e l'entroterra, anch'essa in cerca di quella pace che in vita le venne portata via, condannandola alla dannazione eterna.

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