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Il diritto dei sardi di muoversi nel territorio italiano, è stato schiacciato sotto gli occhi di tutti, per rispondere a logiche di mercato incuranti del diritto alla mobilità. È arrivato forte e chiaro il messaggio dall’assemblea generale che si è tenuta questa mattina al Cinema Miramare ad Alghero, promossa dalla Provincia di Sassari, dal Tips e dalla Rete metropolitana: basta soluzioni tampone, è il momento di pretendere una posizione netta e decisa da parte del governo italiano.
Le istituzioni e il mondo delle imprese hanno risposto uniti questa mattina per puntare i riflettori sul caso Alghero; coinvolto anche il consiglio regionale a distanza che ha convocato in contemporanea una seduta straordinaria a Cagliari. In ballo non c’è soltanto un aeroporto, ma l’intero sistema socio economico della Sardegna che ha costruito una rete aeroportuale su Cagliari Olbia e Alghero e con enormi sforzi continua a far crescere i collegamenti, l’intera rete di servizi e di conseguenza l’indotto economico.
La sala del Miramare era affollatissima, centinaia gli amministratori, rappresentanti delle istituzioni, sigle sindacali, rappresentanti di categoria. Folla anche fuori dalla struttura che per ragioni di sicurezza non ha potuto ospitare tutti. Da diversi comuni è stato istituito il consiglio comunale aperto, i sindaci sono arrivati da tutte le province compresi Nuoro, Oristano e Olbia.
“Oggi stiamo scrivendo un pezzo importante della storia della Sardegna che deve garantire ai sardi un diritto inalienabile, che è quello di spostarsi nel territorio senza limiti.” Lo ha detto a toni molto accesi l’amministratore della Provincia di Sassari Pietro Fois che dopo aver promosso nei giorni scorsi l’incontro con i sindaci e l’assessore regionale Antonio Moro, fa pressing sul governo affinchè arrivi a Bruxelles non solo il caso Alghero ma una visione di strategia territoriale che deve rispettare il principio di insularità e il diritto alla mobilità ancor prima delle strategie di mercato. “Non abbiamo ancora imparato a camminare sull’acqua e nemmeno a volare: gli aerei e le navi sono i nostri ponti di collegamento con l’Italia e il resto del mondo. Come il governo italiano spende miliardi di euro per le infrastrutture stradali e il potenziamento delle tratte ferroviarie, allo stesso modo non può storcere il naso per una continuità aerea che costerebbe 50 milioni di euro. Tra essere isole ed essere isolati c’è una sostanziale differenza”.
E allo stesso modo anche Nanni Campus, presidente della Rete Metropolitana e sindaco di Sassari sottolinea il nostro gap infrastrutturale e specifica: “Non sono arrivate offerte in continuità territoriale perché l’Aeroporto di Alghero lavora per la maggior parte in tariffa controllata, non produce dunque profitti come la tariffa libera che invece è più forte sui collegamenti da Olbia e da Cagliari. Questa situazione non agevola per ovvie ragioni la trattativa. Ma il punto è proprio questo: dobbiamo continuare ad essere ostaggio di logiche di mercato o dobbiamo pretendere di essere collegati come nel resto d’Italia? Chi lo dice che tre aeroporti sono troppi? Perché la Corsica può gestirli e noi in Sardegna no? E’ urgente che la politica porti a Bruxelles le ragioni “politiche” della continuità.”
E dal Tips il messaggio è il medesimo: “La mobilità è da ripensare sul modello Sardegna che ha un territorio diverso dal resto d’Italia e non può pagare la sua diversità - ha dichiarato Pierluigi Ledda segretario generale della Cisl Sassari e coordinatore del Tips-. Oggi le istituzioni, l’Università, le categorie sindacali e i rappresentanti di categoria vogliono andare a Bruxelles non chiedendo un favore ma spiegando che il territorio ha il diritto di restare collegato al resto d’Italia e d’Europa senza limitazioni, stalli o incertezze.”
Un messaggio forte e chiaro che arriva da tutti indistintamente, a partire dal sindaco di Alghero Mario Conoci, per arrivare a tutta la compagine di sindaci in fascia che hanno dimostrato ancora una volta di esserci e di essere in prima linea in questa battaglia. Che è la battaglia di tutti, indistintamente e senza alcun colore politico.
"Per noi i collegamenti navali e aerei sono le autostrade che collegano Roma con Milano, Napoli con Bari. A Bruxelles si tratta di scardinare un principio rivolto più al mercato che alla tutela dei diritti. Eppure non mi pare che i principi fondanti dell'Ue prevedano disparità tra territori o cittadini. La mobilità è un diritto che non ci può essere sottratto, non una mera questione economica. Uno dei principi fondamentali della Comunità Europea è quello di mettere tutti i cittadini sullo stesso piano, di consentire a tutti i cittadini di avere gli stessi diritti e di poter esprimere al massimo le proprie potenzialità. La Sardegna in una gara immaginaria di cento metri viene fatta invece partire dieci metri dopo tutti gli altri. Questo non è evidentemente accettabile e quindi va sovvertito il principio. E se il confronto deve avvenire tra la regione Sardegna, i territori e i burocrati europei non va bene, non può più andar bene. Il dialogo e il confronto deve essere trasportato immediatamente sul piano politico, perché va tutelato un diritto che non ci può più essere sottratto”. Questo quanto ha detto invece il sindaco di Alghero, Mario Conoci. “Quello che è capitato ad Alghero, con queste regole, può capitare in futuro ad altri scali - ha sottolineato - è un sistema che va modificato. Con la Regione c'è in corso un dialogo molto costruttivo e produttivo che deve arrivare a Roma per giungere e far cambiare linea a Bruxelles sulla continuità territoriale, quanto diritto e non elemento da affidare alle logiche del mercato”.
Grande adesione e preoccupazione espressa anche dal rettore dell’Università di Sassari Gavino Mariotti: “Anche l’Università subisce un danno gravissimo con questa vertenza, pensiamo agli erasmus, alle università d’eccellenza che portano ogni anno studenti da tutto il mondo. L’Università è qui con voi ed è pronta a stilare un documento tecnico che supporti la politica a Bruxelles. Nessuno resta fuori, qui c’è la Sardegna tutta e unita che è pronta a far valere le sue ragioni”.
Sulla stessa linea d’onda il presidente del consorzio industriale provinciale Valerio Scanu: “L’”Isola che non c’è” invece c’è eccome ed ha il diritto di ricevere la stessa attenzione di tutte le altre regioni italiane”.
“Oggi qui c’è tutta la Sardegna- sottolinea il presidente dell’Anci Emiliano Deiana- Stiamo combattendo per l’aeroporto di Alghero ma in generale per una vertenza che si chiama Sardegna e coinvolge aeroporti, sanità, energia, istruzione. Noi dobbiamo fare scudo e difendere il nostro territorio”. E cosi la “battaglia di popolo” viene sottolineata anche dal sindaco di Nuoro Andrea Soddu: “Ci dobbiamo riappropriare dello spirito che si respira oggi in questa sala: dobbiamo proporre delle soluzioni dettate da indicazioni politiche chiare e definitive ed essere uniti. Non è la battaglia per l’aeroporto di Alghero ma per il sistema aeroportuale della Sardegna”. E lo stesso monito arriva dal sindaco di Bosa Piero Casula e da tutti i sindaci che hanno voluto esprimere la loro solidarietà e partecipazione da tutte le province sarde.
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