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Fra le innumerevoli tradizioni della Sardegna, quella barbaricina è forse la più ricca di miti e leggende. In Barbagia, la cultura del mito si tramuta in carovane pittoresche di carri e uomini in maschera, che a carnevale si esibiscono in performance spettacolari e caratteristiche, in mezzo a una folla di spettatori. Fra le ricorrenti figure della mitologia barbaricina rientra a buon diritto quella de Su Boe Erchitu, creatura metà bue metà uomo. Questo spaventoso essere scaturisce dalla credenza sarda secondo cui alcune persone possono trasformarsi in animale, figlia di una millenaria tradizione letteraria, mitologica e folkloristica. Per conformazione si avvicina molto al più classico Minotauro, mostruoso e feroce, nato, secondo la leggenda, per volere del dio del mare Poseidone, che intendeva punire il re di Creta Minosse.
STORIA E CARATTERISTICHE. La leggenda narra che per trasformarsi in Erchitu un uomo dovesse aver commesso gravi peccati (generalmente omicidi o atti di simile gravità) non puniti dalla giustizia terrena e che, per sortilegio, venisse trasformato, durante le notti di luna piena, in un bue bianco con due corna bianche rivestite d’acciaio. Esso era condannato a vagare durante la notte seguito da una masnada di demoni, che talvolta accendevano due ceri sulle sue corna e lo pungolavano con ferri roventi.
A capo della carovana mortale, s’Erchitu era solito fermarsi davanti a un’abitazione dove muggiva tre volte, condannando a morte il padrone di casa. Quest’ultimo, infatti, di lì a poco – o comunque entro la fine dell’anno – sarebbe venuto a mancare. Il muggito dell’essere mutaforma veniva udito da tutto il vicinato, ma principalmente dalle donne, che ne riconoscevano il passo da lontano.
SORTILEGIO. Generalmente, esso riacquisiva la sua completa forma umana soltanto alle prime luci dell’alba del giorno successivo. Secondo alcune versioni, per far sì che ciò accadesse s’Erchitu doveva rotolarsi davanti a tre chiese o nei pressi di un cimitero, compiendo “s’imbrussinadura”. Pare infatti che questo rito fosse una sorta di tributo che bisognava pagare alla divinità, perché consentisse al dannato di riprendere sembianze antropomorfe.
Una volta eseguito il rituale con successo, colui che sarebbe tornato uomo non avrebbe ricordato nulla di quanto avvenuto la notte precedente. Pare che questo sortilegio durasse per tutta la vita a meno che la maledizione non fosse spezzata. Per far sì che ciò accadesse, qualcuno estremamente coraggioso doveva tagliare le grosse corna d’acciaio e, se accese, spegnere le fiammelle delle candele.
ALLEGORIE. L’affascinante leggenda de s’Erchitu cela chiari riferimenti allegorici, connessi principalmente all’espiazione di una colpa che non veniva punita dalla giustizia umana, per via di comportamenti omertosi o per assenza di testimoni. Il sortilegio era dunque visto come una sorta di contrappasso, tramite il quale i responsabili di gravi delitti venivano punti per Giustizia Divina. L’uomo espiava il suo peccato mediante trasformazione in bue e soprattutto attraverso l'annuncio della morte, spesso violenta, di altre persone.
Poiché la popolazione barbaricina era legata ad antiche ritualità pagane, può darsi che questo mito risalisse a tempi remoti. Se invece gli si attribuisce un significato cristiano, la bestia rappresenta colui che, sottomesso al giogo del peccato, può essere redento soltanto attraverso l'aiuto di qualcuno che sia disposto a tagliare le corna liberandolo. In definitiva, il significato che si potrebbe attribuire alla leggenda de s’Erchitu è l'eterna lotta tra istinto bestiale e razionalità umana.
CARNEVALE. Questa dicotomia fra istinto animalesco e ragione emerge anche nella rappresentazione carnevalesca. Nel carnevale di Barbagia sono molti gli esempi di animale selvatico, spesso accompagnato da personaggi immaginari e oscuri. In questo, molto simile a s’Erchitu è su Boe Muliache, anch’esso rappresentato nella tradizione barbaricina tramite una maschera. Si può dedurre (anche se non con certezza), che per espiare le colpe di un'antica comunità, un uomo si travestisse da bue e, assumendosi il ruolo di vittima prescelta, liberasse la comunità dai mali che l'affliggevano.
FOTO COPERTINA: BESTIARIO D'ITALIA - MONSTER MOVIE