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“Una farsa durata oltre 500 giorni, un treno veloce con una media da 86 km all’ora, un treno costato 80 milioni di euro omologato solo per una velocità da 500. Una regione che sfida il ridicolo con l’ennesima inaugurazione beffa che blocca e cancella treni per consentire l’attraversata da treno solitario in una tratta ferroviaria rimasta ferma infrastrutturalmente agli anni 2000".
Lo ha detto stamane il deputato sardo di Unidos Mauro Pili che ha promosso con il suo Movimento un carovana della verità una vera e propria sfida a bordo di “500” che partite insieme al treno pseudo veloce arriveranno a Sassari con una velocità analoga al treno: 86 km/ora.
"Una gestione da corte dei conti con la presa in giro finale - spiega Pili -. A chi volesse provare l’ebrezza del viaggio inaugurale i prodi organizzatori di questa folle corsa a 86 km/ora scrivono esplicitamente: per il ritorno organizzatevi perché la messa in scena è finita, per rientrare solo treni oltre le tre ore di percorrenza. E dunque dalle 13.05 per rientrare a Cagliari da Sassari bisognerà attendere le 17.46 o addirittura le 19.37. Insomma, una farsa senza precedenti, con la palese dimostrazione che quella di oggi è una messa in scena costata 80 milioni di euro senza incidere minimamente sul servizio ferroviario sardo. Anzi, per consentire l’attraversata solitaria del treno si deve fermare tutto, da San Gavino in poi, infatti, per consentire questa vergognosa farsa viene bloccato qualsiasi tipo di fermata e qualsiasi attraversamento della rete ferroviaria. Per questo motivo Unidos ha promosso per stamane una vera e propria Operazione Verità per dimostrare ai Sardi che siamo dinanzi ad uno spreco di denaro pubblico e soprattutto dinanzi ad una Regione bislacca che in questi ultimi 12 anni ha preferito puntare all’acquisto di una inutile quanto costosissima “Ferrari” senza occuparsi minimamente dei binari sufficienti appena ad una “500”.
"Si tratta di un approccio al trasporto ferroviario da dilettanti allo sbaraglio che hanno preferito l’operazione immagine, fallimentare nei tempi e nei risultati, a quella strategica e lungimirante avviata nel 2002 con l’accordo di programma quadro sulla mobilità che aveva stanziato quasi 400 milioni di euro per infrastrutturazione ferroviaria, puntando concretamente al sistema di sicurezza e accelerazione della rete ferroviaria sarda, dal raddoppio sino a San Gavino, sino al sistema di sicurezza SCC che da Sassari a Cagliari metteva sotto controllo telematico tutta la rete, per arrivare alle varianti di Chilivani e Bonorva. La modifica dei tracciati, a partire da Oristano in poi doveva essere l’obiettivo da proseguire nella programmazione infrastrutturale, invece, dal 2005 sino ad oggi, tutta la classe politica che ha guidato la regione ha perseguito il miraggio fallimentare del treno veloce”.
“I sardi hanno assistito ad una pantomima senza precedenti con la conferenza stampa di 500 giorni fa in cui si dava per scontato l’imminente avvio del viaggio della speranza, e poi i ridicoli comunicati in grado solo di irrobustire la stoltezza dei protagonisti. In realtà – ha proseguito Pili -nascondevano la verità che oggi emerge in tutta la sua evidenza: il treno da Oristano in poi recupererà non più di due/tre minuti rispetto al tradizionale pendolino, e poco più di 10 minuti sul percorso iniziale. Una spesa incalcolabile di 80 milioni di euro che fa emergere una scelta insana sia sul piano economico che strategico”.
“Un vero e proprio scandalo – ha ribadito Pili - per un treno veloce fermo da 500 giorni in un hangar della stazione di Cagliari. Un treno inutile per le ferrovie sarde, considerati i test effettuati dalla società spagnola Cetest. Il risultato è a dir poco fallimentare. E l’agenzia per la sicurezza chiamata ad autorizzare il loro utilizzo ha imposto infatti limiti severi all’uso del treno. La decisione in codice dell’agenzia per la sicurezza è chiara: niente cassa oscillante, un pendolino che non potrà pendolare, niente curve a velocità sostenuta. Notti intere tras